Appello del Pchr per salvare la vita a due detenuti palestinesi

Il PCHR – Palestinian Centre for Human Rights – rivolge un appello alla Comunità internazionale per salvare la vita a due detenuti amministrativi palestinesi, al-Sharawna e al-Eissawi, che sono in sciopero della fame.

Il PCHR esprime grande preoccupazione per il destino di Ayman al-Sharawna e Samer al-Eissawi, che sono in sciopero della fame nelle carceri israeliane. Il PCHR ritiene le forze di occupazione israeliane (IOF) responsabili per queste vite, ed esorta la Comunità Internazionale ad esercitare pressione su di loro al fine di far liberare immediatamente al-Sharawna e al-Eissawi.

Ayman al-Sharawna, 36 anni, di Hebron, e Samer al-Eissawi, 33 anni, di Gerusalemme, sono in sciopero della fame rispettivamente da 173 e da 143 giorni. Al-Sharawna ha cominciato lo sciopero il 1° luglio, mentre al-Eissawi il 1° agosto. Entrambi protestano per essere stati nuovamente arrestati e posti sotto detenzione amministrativa. I due detenuti erano stati rilasciati in seguito allo scambio di prigionieri tra le forze armate palestinesi e le autorità israeliane nell’ottobre del 2011, durante il quale 1027 prigionieri palestinesi furono liberati in cambio del soldato israeliano Gilad Shalit che era stato catturato.

Secondo varie fonti per i diritti umani, le condizioni di salute dei due detenuti si stanno sempre più aggravando a causa del protrarsi dello sciopero della fame, inoltre hanno anche recentemente smesso di bere. Soffrono di diversi problemi di salute, tra cui eccessiva magrezza, debolezza generale, anemia, carenza di proteine e zucchero, disturbi della vista, e altri. Le loro vite sono in pericolo.

Nonostante le gravi condizioni di salute, le autorità israeliane si sono rifiutate di rilasciare al-Sharawna e al-Eissawi, e hanno esercitato forti pressioni su entrambi al fine di far cessare lo sciopero della fame, in cambio della loro partenza all’estero. Tuttavia i due detenuti hanno rifiutato qualsiasi condizione, insistendo nel continuare lo sciopero e chiedendo il loro ritorno a casa.

In un recente sviluppo, mercoledì 19 dicembre 2012, i soldati israeliani hanno picchiato violentemente al-Eissawi in aula di tribunale a Gerusalemme, durante il ricorso sulla possibilità di rilasciarlo su cauzione o di porlo agli arresti domiciliari fino alla conclusione del processo. I soldati israeliani hanno attaccato al-Eissawi e i suoi familiari che erano venuti a trovarlo, anche se era entrato in aula su una sedia a rotelle e ammanettato poiché non è più in grado di camminare a causa del lungo periodo di sciopero della fame. Hanno spinto al-Eissawi fuori dall’aula e l’hanno riportato al Ramla Hospital. Inoltre, le forze israeliane hanno fatto irruzione nell’abitazione di al-Eissawi e hanno arrestato la sorella, Shirin al-Eissawi. Quest’ultima è stata rilasciata ieri, ma è stata posta agli arresti domiciliari.

Il PCHR esprime grande preoccupazione per la sorte di al-Sharawna e al-Eissawi, che sono in sciopero della fame nelle carceri israeliane, e cerca di salvare le loro vite:

1. Esorta la Comunità internazionale ad esercitare pressione sulle forze d’occupazione israeliane (IOF) al fine di liberare immediatamente i due detenuti e salvare loro la vita.

2. Chiede alle organizzazioni dei diritti umani e le organizzazioni internazionali di solidarietà di porre fine all’abuso della detenzione amministrativa da parte delle IOF, che si fonda sulla nozione di “combattente illegittimo”, in violazione del diritto fondamentale ad un processo equo.

3. Rileva con grande preoccupazione il peggioramento delle condizioni di vita di più di 4.700 palestinesi prigionieri nelle carceri israeliane.

Traduzione per InfoPal a cura di Elisa Ticinelli