Presidente Jose Manuel Barroso
Commissione Europea
Rue de la Loi 200
1049 Brussels
Belgium
Amsterdam, 10 aprile 2006
Egregio Presidente Barroso,
notiamo con grande preoccupazione e sgomento la proposta di tagliare gli aiuti dell’Unione Europea alla popolazione palestinese: questo equivale ad infliggere una punizione collettiva a circa 3.500.000 abitanti. Costringere la popolazione alla fame non è uno strumento accettabile della diplomazia internazionale ma è esattamente ciò a cui porta questa politica.
Il posto di blocco di Karni è stato chiuso alle merci, lasciando la popolazione di Gaza senza gli alimenti di base; intanto, la marina israeliana, vietando ai pescatori di Gaza di accedere alle zone pescose, impedisce loro la pesca in aree definite come palestinesi dagli accordi internazionali. I ripetuti bombardamenti effettuati dall’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza, hanno ucciso anche bambini: il più piccolo aveva cinque anni.
In aggiunta, una banca israeliana, la Bank Hapoalim, ha ora bloccato il trasferimento di denaro ai territori palestinesi. Se altre la seguono, non si potrà in alcun modo trasferire fondi dall’estero ad organizzazioni, o persino ai famigliari: tutto il denaro deve passare tramite le corrispondenti banche israeliane.
Queste sono misure messe in atto contro una popolazione in cui molti sono già costretti a vivere di carità dall’estero a causa dell’occupazione israeliana. Si affama e si umilia un popolo, che perde ciò che è suo ed è rinchiuso in ghetti costruiti dallo stato di Israele, con il Muro e le colonie. Queste misure sono illegali. Inoltre, azioni punitive come quelle ora proposte contro i palestinesi non sono mai state prese in considerazione nei confronti di Israele. Ogni appello a disinvestire e a boicottare o persino per un’adesione alle stesse regole dell’accordo di associazione commerciale della UE sono state respinte come ‘non costruttive’. Dobbiamo quindi domandarci come possa essere costruttiva questa decisione di tagliare gli aiuti.
L’Unione Europea, tra gli altri, non può richiedere elezioni democratiche e poi procedere a punire la popolazione perché non ne apprezza il risultato. Hamas non solo non ha messo in atto alcuna azione contro Israele da quando ha vinto le elezioni: non ne ha messo in atto alcuna da oltre un anno.
Questa politica rischia di portare alla catastrofe, in primis e soprattutto i palestinesi, ma anche ad un aumento della violenza contro gli israeliani. Un popolo non un governo frustrato e umiliato come quello palestinese reagirà con ira. È possibile che l’Unione Europea non vi ponga mente?
Come ebrei e come cittadini europei, verso i quali la UE è in ultima analisi responsabile, riteniamo indispensabile che si ripensi a questa decisione, onde prevenire ulteriori violenze. Questa politica può solo aggravare la tragedia per i due popoli che vivono in Israele e nei Territori Occupati.
Cordialmente,
Dror Feiler (Presidente) per il Comitato Esecutivo di EJJP
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