Gaza – Infopal. Jamal ad-Dardsawi, responsabile delle pubbliche relazioni e dellinformazione nella società che gestisce lenergia elettrica nelle province della Striscia di Gaza, ha confermato che la ditta sta affrontando una grave crisi. Questa sarebbe dovuta al divieto opposto da Israele allingresso nellarea del materiale, dei pezzi di ricambio e dei nuovi generatori necessari per il lavoro della centrale.
Ad-Dardsawi, in una dichiarazione fatta ieri (mercoledì 26), ha lanciato un appello alla comunità internazionale, allUnione Europea, alle associazioni per i diritti delluomo e a tutte le altre organizzazioni interessate, chiedendo di premere su Israele perché permetta lingresso delle attrezzature e dei rifornimenti, bloccati da più di un anno nei porti israeliani e nei magazzini di Tulkarem, in Cisgiordania.
Sempre ad-Darsdawi ha riferito che nella mattinata di ieri si sono bruciati i trasformatori di energia. Uno di essi dà corrente a diversi pozzi dacqua nella zona di Sukainah, a ovest di Beit Lahia (nord della Striscia di Gaza), mentre un altro alimenta il quartiere di ash-Shujaiyah, a est della città di Gaza, una delle zone più popolate della provincia. Il responsabile ha anche denunciato come queste zone stiano rischiando di restare prive di corrente elettrica entro breve tempo, per colpa dellassedio israeliano e della mancanza dei mezzi necessari alla centrale.