Appello dell’ONU per salvare la vita dei prigionieri in sciopero della fame

1371459667PIC. Il Comitato degli Affari dei Detenuti (una filiale dell’OLP – Organizzazione per la Liberazione della Palestina), ha invitato il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ad un intervento urgente e rapido per salvare la vita dei prigionieri in sciopero della fame (Mohammad e Mahmoud Al-Bulbol e Malek al-Qadi).

Durante la 13a sessione del Consiglio per i diritti umani, mercoledì 14 settembre, a New York, il capo della commissione palestinese, Issa Qaraqe, ha invitato l’ONU ad assumere la piena responsabilità ed agire per far cessare la detenzione politico-amministrativa arbitraria e le atrocità israeliane contro i prigionieri detenuti nelle prigioni israeliane che violano le decisioni delle Nazioni Unite e del diritto internazionale umanitario.
Issa Qaraqe ha dichiarato che «il prigioniero Malek al-Qadi versa in condizioni disperate tra la vita e la morte all’ospedale israeliano Wolfson ed è in coma da sette giorni. È stato colpito da una polmonite acuta e una diminuzione del battito cardiaco, ma anche da problemi alle vie urinarie e agli occhi e perdita dell’udito. È ricoverato in cura intensiva, in una camera sterile. Il suo corpo, ormai, non reagisce più al trattamento».

Qaraqe ha inoltre rivelato che anche lo stato di salute del prigioniero Mohammed Al-Balbuol, ricoverato all’ospedale israeliano Wolfson, è peggiorato, così come quello di suo fratello Mahmoud, nell’ospedale israeliano “Assaf Harofe”. I due presentano disturbi alla vista, difficoltà a parlare, mal di stomaco e crampi intermittenti.

I due fratelli prigionieri sono in sciopero della fame da più di due mesi, mentre il detenuto al-Qadi prosegue lo sciopero della fame iniziato da ben 55 giorni come protesta contro la loro detenzione amministrativa.
I due fratelli al-Balboul sono stati arrestati dall’occupazione il 9 giugno scorso, mentre al-Qadi è stato arrestato il 23 maggio scorso. Sono stati tutti e tre messi in detenzione amministrativa.

Mercoledì scorso, la Corte suprema israeliana ha preso la decisione di sospendere l’arresto dei due fratelli al-Balboul e di al-Qadi, in seguito al peggioramento del loro stato di salute e di trasferirli presso gli ospedali israeliani.

I tre detenuti hanno rifiutato di porre fine allo sciopero della fame, esigendo la fine della loro detenzione e la liberazione, e non quella di sospendere la detenzione amministrativa per poi rinnovarla successivamente.

La detenzione amministrativa è una politica approvata dall’intelligence israeliana, in accordo con il comandante della “regione centrale” (la Cisgiordania) dell’esercito, per un periodo che va da uno a sei mesi, rinnovabili senza imputazione e senza accusa, con il pretesto dell’esistenza di “dossier segreti”.

Il comandante della “regione centrale” suppone che i detenuti potrebbero costituire una minaccia per la sicurezza di Israele e propone la proroga della detenzione amministrativa da parte di un giudice militare per conferire alla decisione del comandante un «aspetto legale».

Traduzione di Giovanna Vallone