Arcivescovo chiede azioni urgenti per salvare le proprietà dai coloni

Gerusalemme/al-Quds- MEMO. Il capo della Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme ha chiesto un’azione urgente ed unita per annullare gli accordi sospetti attraverso i quali importanti immobili di proprietà della chiesa, situati nella Gerusalemme occupata, sarebbero stati venduti ad associazioni illegali di coloni. L’arcivescovo Atallah Hanna ha insistito sul fatto che questa è una questione politica, non legale.

In una dichiarazione pubblica, il patriarca ha spiegato che le proprietà ortodosse che i coloni ebrei hanno rubato ai loro proprietari sono una parte autentica del quartiere cristiano e del Patriarcato ortodosso. Il riferimento è agli hotel Imperial e Petra e ad altre proprietà palestinesi nell’area della Porta di Giaffa.

“Non crediamo che la recente decisione di un tribunale israeliano sia la fine della strada. La questione di questo immobile non è una questione legale, ma piuttosto una questione politica e direttamente collegata all’antica ed autentica presenza cristiana in questo luogo sacro del mondo”, ha affermato padre Hanna. “Chiunque abbia fatto perdere queste proprietà immobiliari non era autorizzato a farlo e non aveva poteri di questo tipo”.

Le dotazioni cristiane in Palestina non sono un bene offerto in un’asta pubblica, ha aggiunto, ma fanno parte della storia e del patrimonio della Città Santa ed ogni angolo e centimetro della città di Gerusalemme significano “storia, eredità ed autenticità” per i palestinesi.

L’arcivescovo ha affermato che c’è bisogno di pressioni politiche, così come di azioni delle Chiese internazionali. La Chiesa ortodossa, ha sottolineato, fa affidamento anche sul re di Giordania, Abdullah II, il cui regno è il custode ufficiale dei luoghi santi e delle dotazioni islamiche e cristiane a Gerusalemme, oltre al presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas. “C’è bisogno di pressioni da parte di più parti al fine di annullare questi accordi ingiusti ed illegali”.

La scorsa settimana, la Corte Suprema israeliana ha respinto una petizione presentata dal Patriarcato greco-ortodosso per annullare il sequestro di tre beni da parte dell’organizzazione di coloni Ateret Cohanim, nell’area della Porta di Giaffa, nella Città Vecchia della Gerusalemme occupata. Tutti gli israeliani e le colonie in cui vivono sono illegali secondo il diritto internazionale.