Arrestati quattro egiziani infiltrati nel Negev

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Gaza – Infopal. Il giornale israeliano Haaretz ha rivelato ieri l’arresto da parte d’Israele di quattro egiziani, infiltratisi al di là del confine due mesi fa. I servizi segreti Shabak e l'esercito israeliano hanno tuttavia imposto il silenzio su questo argomento.

Il numero di egiziani detenuti in Israele salirebbe così a 77, tra cui 27 accusati di aver preso parte ad atti “terroristici” e di spionaggio ai danni dello stato ebraico.

Haaretz, in un reportage, ha riferito che l'arresto è avvenuto nei pressi di un’importante base israeliana nel deserto del Negev, al confine con il Sinai, ma non ha rivelato altro sulle circostanze dell’accaduto, né informazioni relative ai detenuti o al carcere che li sta “ospitando”.

Questo avviene a due giorni dalla dichiarazione dell’ambasciatore egiziano Ahmed Rizq, assistente del ministro degli Esteri per gli Affari consolari e degli egiziani all'estero, secondo il quale il numero dei prigionieri egiziani in Israele ammontava invece a 64, tra cui 41 detenuti penali e 23 per motivi di sicurezza. Rizq non aveva fornito informazioni sull'arresto dei quattro egiziani.

Il giornale ha inoltre chiesto al governo israeliano di utilizzare i detenuti egiziani per lo scambio di prigionieri con l'Egitto, e in particolare per liberare ‘Oda Tarabin, beduino arabo di nazionalità israeliana, che sta scontando 15 anni di carcere in Egitto con l’accusa di aver trasmesso informazioni militari sensibili ad Israele e di aver tentato di assoldare alcuni egiziani per lavorare con l'intelligence israeliana, in cambio di dollari americani falsi.

‘Oda (28 anni) appartiene alla tribù di Tarabin, nota un tempo per i suoi periodici spostamenti tra il Sinai egiziano e il deserto israeliano del Negev. Dopo la guerra del 1967, l'esercito israeliano assoldò Sulayman Tarabin, padre di ‘Oda, perché informasse gli israeliani sui movimenti delle cellule della Resistenza egiziana durante la guerra fredda tra Egitto e Israele.

Il caso ‘Oda Tarabin risale invece al 2000, quando venne arrestato durante il suo ultimo viaggio in Egitto. È attualmente rinchiuso nella prigione di Tura, al Cairo, spende i soldi che gli invia la sua famiglia per acquistare ciò di cui ha bisogno allo spaccio della prigione e riceve periodicamente la visita dei rappresentanti dell’ambasciata israeliana e del suo avvocato, Yitzhak Myltsar.

L'ex primo ministro israeliano Ehud Olmert, l’ex ministro degli Esteri Tzipi Livni e l’attuale ministro degli Interni Eli Yishai hanno sollevato la questione Tarabin durante gli incontri con il presidente egiziano Hosni Mubarak e con ‘Omar Sulayman, capo dell’intelligence egiziana. Il giornale ha sottolineato che, secondo Mubarak, Tarabin sarebbe già stato rilasciato.

A questo proposito, Haaretz, in una nota d’ironia, ha fatto notare che se ‘Oda non fosse stato di origine araba e si fosse chiamato Aydo – nome ebraico – , il governo, la Kneset, la sicurezza e la stampa israeliana avrebbero prestato più attenzione al suo destino e alla necessità di liberarlo.
L’avvocato di Tarabin e la sua famiglia si sono infatti già rivolti senza successo all'attuale governo israeliano, guidato da Benjamin Netanyahu, per ottenere la sua liberazione.

 

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