Asili e scuole dell’Apartheid in Israele

Tell er-Rabi' (Tel Aviv) – Imemc. La municipalità di Tell er-Rabi' (Tel Aviv) è l'ultima delle decine di province nel paese a imporre ai bambini la frequenza di scuole dell'Apartheid, in base, cioè, a “razza” e nazionalità.

Quattro nuovi asilo nido sono stati aperti quest'anno nel quartiere di Bitzaron, a Tel Aviv. In esse, i bimbi saranno separati in base al documento d'identità di cui sono titolari, cioè, se il documento è israeliano o straniero.

Tuttavia, negli ultimi anni, le scuole di diverse province hanno imposto agli studenti di studiare separatamente nelle scuole in base a nazionalità, religione ed etnia. Espressamente, alcune scuole hanno escluso gli africani, sebbene molti di essi in Israele siano ebrei. La questione delle scuole dell'Apartheid è una delle tante sollevate dagli attivisti in tutto il mondo i quali le definiscono “pratiche dell'Apartheid” – similmente a quanto veniva praticato nel sistema razziale del Sudafrica fino al 1994.

Un procuratore del servizio di assistenza telefonica rivolto a lavoratori immigrati ha riferito al quotidiano israeliano “Haaretz” che queste scuole violano la legge israeliana, aggiungendo: “Se i bambini vengono separati nelle scuole in base alla prorpia nazionalità o per aver chiesto asilo, allora è illegale.

“La legge sull'educazione obbligatoria si applica a chiunque e l'iscrizione agli asilo nido e alle scuole non dovrebbe procedere sui criteri di nazionalità, religione, razza o status legale”.

Alcuni genitori hanno lamentato l'esistenza di questa politica della segregazione nella provincia. Anat Ben-Moshe ha dichiarato al corrispondente di “Haaretz”: “Quando ho chiesto perché non lasciano studiare insieme i bambini, mi è stato risposto che 'quando la maggioranza è straniera, sorgono problemi con i genitori'. Ma in qualità di genitore adesso mi tocca spiegare questa separazione a mia figlia, il che sembra essere più problematico”.

In Israele vigono oltre trenta leggi per la separazione della popolazione sulla base di razza e religione e tutti gli israeliani ricevono una carta d'identità nella quale si può leggere la definizione “ebreo”, “arabo” o altro.

Le autorità israeliane continueranno a praticare la separazione della propria popolazione al fine di assicurare che “resti intatto il carattere ebraico”.

I nuovi asilo nido dell'Apartheid a Tel Aviv non includono i palestinesi con cittadinanza israeliana. Da sempre infatti, questi palestinesi hanno frequentato scuole separate da quelle degli ebrei israeliani.

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