Assad chiude definitivamente con la leadership di Hamas

Ma’an. Il presidente siriano, Bashar al-Assad, non ha escluso di ricandidarsi alle prossime elezioni presidenziali siriane. Ha anche accusato la Lega araba e l’Arabia Saudita di eseguire gli ordini degli Usa, aggiungendo che se i rapporti tra questi ultimi e il suo paese dovessero migliorarsi, la Lega araba e l’Arabia seguirebbero la posizione statunitense.

Commentando le ultime dichiarazioni “concilianti” fatte da Hamas, egli ha affermato che queste nascono dall’opportunismo del movimento islamico, soprattutto in virtù della caduta di Mursi. Il presidente siriano si è anche scagliato contro la Fratellanza Musulmana, affermando che “essa non è un movimento nazionale”. Ha quindi dichiarato che “l’Arabia Saudita esegue gli ordini degli Usa, mentre il Qatar è un paese cospiratore e la Turchia si è alleata con la Fratellanza Musulmana piuttosto che interessarsi ai Paesi arabi”.

In una lunga intervista rilasciata alla Tv satellitare, al-Mayadeen, al-Assad ha affermato che il Congresso statunitense sta preparando un’altra legge per punire la Siria, ancora più crudele di quella emanata dal precedente governo di Bush. Ha quindi sottolineato che gli Usa hanno chiesto alla Siria di allontanare i leader politici e militari del deposto regime iracheno in primo luogo, e quelli della resistenza palestinese, in particolare Hamas, la Jihad islamica e il Comando Generale in secondo luogo, e in terzo luogo, gli Usa avrebbero chiesto a Damasco di interrompere le sue relazioni e le sue forniture di armi a Hizbollah libanese.

Per quanto riguarda i rapporti con Hamas, al-Assad ha affermato che la leadership del movimento islamico non è più la benvenuta in Siria. “Essa ha ormai perso il suo sostegno popolare in Siria”, ha aggiunto.

Ha quindi affermato che Damasco sosteneva Hamas in quanto movimento di resistenza. “Tuttavia, se Hamas ha deciso di assimilarsi alla Fratellanza Musulmana noi non abbiamo la necessità di mantenere alcun rapporto con esso”.

Al-Assad ha quindi risposto alle ultime affermazioni distensive fatte da Mesha’al, Abu Marzouk e Haniyeh, affermando che “le posizioni temporanee di Hamas sono dettate dal suo opportunismo e dalla caduta del Mursi”, aggiungendo di non ritenere sincere le riaperture del movimento islamico.

Il presidente siriano ha quindi dichiarato che il suo paese ha sempre lottato contro il terrorismo, collaborando, perfino, con gli Usa. Tuttavia, egli ha sottolineato che questi ultimi scambiano la collaborazione per il servilismo, aggiungendo che alcuni Paesi europei hanno agevolato, intenzionalmente o meno, l’arrivo dei jihadisti di al-Qaeda in Siria.

Al-Assad ha quindi riconosciuto la legittimità dell’opposizione siriana, sia quella interna che quella all’estero, escludendo, tuttavia, i gruppi che hanno fatto ricorso alle armi o che hanno richiesto un intervento straniero.

Il presidente siriano ha anche respinto le accuse rivolte al suo governo di fiancheggiare e manovrare i terroristi. “Il terrorismo è come uno scorpione, se lo tieni in tasca, appena arriva alla pelle esso ti punge”, ha affermato, aggiungendo che il terrorismo è stato, da sempre, uno dei punti di divergenza tra il governo siriano e quello iracheno. “Le frontiere non possono essere controllate del tutto. Oggi, per esempio, molti terroristi giungono in Siria dall’Iraq. Tuttavia, noi non possiamo accusare il governo di Baghdad di agevolarne l’arrivo”, ha concluso al-Assad.