Assad vince una votazione definita illegittima dall’opposizione

Damasco – AFP. Il presidente siriano Bashar Assad ha vinto un nuovo mandato di sette anni, con quasi il 90% dei voti in un’elezione bollata come “illegittima” dall’opposizione e “non-elezione” da Washington.

Giovedì 5 giugno, Assad ha dichiarato che “l’alta affluenza è stata un forte messaggio per l’Occidente e i paesi implicati nella guerra contro la Siria”.

Secondo i dati ufficiali, l’affluenza alle urne per le votazioni di martedì, contestata solo nelle zone controllate dal governo, ha superato il 73%.

Il leader rieletto, in un incontro con una delegazione parlamentare iraniana, ha dichiarato: “Il popolo siriano è determinato a scegliere il proprio destino e guarda al futuro”.

Mercoledì sera decine di migliaia di persone sono scese in piazza nelle zone controllate dal governo prima ancora che i risultati fossero annunciati, sventolando ritratti di Assad e la bandiera ufficiale siriana.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani (con sede a Londra e molto contestato, ndr) ha comunicato che nella capitale, e nelle zone leali in tutta la Siria, ci sono stati spari celebrativi e almeno 10 persone sono state uccise quando i proiettili sono ricaduti a terra.

Nella parte del paese controllata dai ribelli, gli attivisti hanno reagito con lo slogan della primavera araba, che è stato il grido di battaglia della loro rivolta: “Il popolo vuole la caduta del regime”.

Tutti i giornali filogovernativi hanno messo in prima pagina le foto del presidente rieletto e immagini di Assad in giacca e cravatta, o in uniforme militare, hanno riempito la programmazione della televisione di Stato.

Una fonte vicina al regime di Assad ha dichiarato che presterà giuramento per un terzo mandato il 17 luglio, rivolgendosi al parlamento ed esponendo le sue nuove politiche.

L’opposizione principale, la Coalizione nazionale, ha definito il voto illegittimo e ha promesso che “il popolo continuerà nella sua rivoluzione fino a raggiungere i suoi obiettivi di libertà, giustizia e democrazia”.

I ribelli sono stati massicciamente sconfitti dall’esercito siriano, sostenuto dalla Russia, dall’Iran e dal potente movimento sciita libanese Hezbollah, e l’opposizione chiede frequentemente agli stati che appoggiano la rivolta di armare meglio la ribellione.

Il quotidiano pro-regime Al-Watan ha scritto che le elezioni sono state “altrettanto importanti della lotta dei nostri coraggiosi soldati in prima linea” contro i tre anni di ribellione contro Assad.

‘Il grande zero’ 

Il segretario degli Esteri britannico, William Hague, ha descritto le elezioni come un insulto. “Assad non aveva legittimità prima di questa elezione, né adesso. Questa elezione non ha alcuna relazione con la vera democrazia”.

Mercoledì, il segretario di Stato americano John Kerry, che si trovava nel vicino Libano, ha definito il sondaggio “il grande zero”. “Per quanto riguarda le elezioni che hanno avuto luogo, le cosiddette elezioni, sono non-elezioni”.

“Nulla è cambiato” ha dichiarato Kerry e ha esortato i sostenitori stranieri di Assad a intervenire per porre fine al conflitto che ha ucciso più di 162.000 persone e fatto perdere la casa a milioni.

Ma la Russia ha insistito che i siriani hanno scelto il futuro del loro paese votando nelle “legittime” elezioni.

Il portavoce del ministero degli Esteri russo, Alexander Lukashevich, ha dichiarato: “È inaccettabile ignorare l’opinione di milioni di siriani che sono andati nei seggi elettorali e hanno fatto una scelta nell’interesse del futuro del Paese. A Mosca il voto è visto come un evento importante che assicura la funzione costante delle istituzioni statali in Siria. Non abbiamo alcuna base per mettere in dubbio la legittimità di queste elezioni”.

“Perlomeno gli osservatori russi sono giunti alla conclusione che il voto ha avuto luogo in un clima trasparente, nonostante tutte le complesse condizioni di sicurezza in questo paese e hanno notato l’alta affluenza alle urne”, ha aggiunto Lukashevich. La Russia è delusa dalla “superficiale reazione politicizzata” alle votazioni da parte di “alcuni partner internazionali”.

Il leader nordcoreano Kim Jong-Un si è congratulato con Assad, dicendo che la sua elezione “ha segnato un momento importante nella lotta del popolo siriano per vincere tutte le sfide degli imperialisti e delle forze ostili e proteggere la sovranità e la sicurezza del Paese”.

Traduzione di F.G.