Assalto israeliano alla moschea di al-Aqsa: scontri e feriti.

Gerusalemme. Sette palestinesi sono stati arrestati durante gli scontri avvenuti ieri con le forze israeliane nel complesso della moschea di al-Aqsa. L'assalto ha infatti suscitato reazioni di dissenso in tutta la parte vecchia di Gerusalemme est.

L'agenzia Ma'an riferisce che le autorità di occupazione hanno permesso a quattro israeliani estremisti l'entrata nella moschea, con la scorta della polizia.

Decine di fedeli palestinesi avevano passato la notte sul posto, temendo un assalto in occasione della festa ebraica del Purim.

Quattro palestinesi sono stati feriti da proiettili di acciaio rivestiti di gomma sparati dai soldati nei pressi della Porta di Erode e di Bab Hutta. Oltre a questi, un gruppo di altri 12 palestinesi è stato ferito dai gas lacrimogeni a Bab al-Majlis, vicino alla porta che conduce a al-Aqsa.

Fatima Al-Barsi, 40 anni, ha riportato la frattura di una gamba dopo essere stata attaccata dalle truppe israeliane mentre tentava di entrare nella moschea.

Alcuni palestinesi raccontano che le loro case sono state usate dai soldati come punti di vedetta.

Secondo il giornale israeliano Haaretz, quattro poliziotti israeliani sono stati feriti durante scontri diretti con i palestinesi.
 
“Alcuni turisti sono entrati nel Monte del Tempio [il complesso di al-Aqsa]- ha dichiarato il portavoce della polizia, Mickey Rosenfeld – e sono stati attaccati con lanci di pietre da 20 palestinesi dal volto coperto. La polizia ha risposto immediatamente per disperderli”.

Rosenfeld ha quindi aggiunto che i suoi uomini non hanno messo piede nella moschea, ma hanno circondato il complesso. “Sono tuttora in corso 1.000 visite turistiche nell'area”.

Al-Aqsa è stata circondata da più di 200 tra soldati e poliziotti, i quali, usando degli altoparlanti, hanno ordinato ai fedeli di evacuare l'edificio. Per tutta risposta, i palestinesi, usando anch'essi l'altoparlante, hanno chiamato i musulmani alla preghiera, in modo che i loro connazionali raggiungessero l'area.

Qualche ora prima, l'esercito e la polizia avevano eretto dei posti di blocco presso tutte le porte d'accesso alla Città Vecchia, impedendo l'entrata a tutti i palestinesi al di sotto dei 50 anni. La restrizione è stata confermata da Rosenfeld.

All'inizio della scorsa settimana, gruppi ebraici estremisti avevano incoraggiato i loro sostenitori a riunirsi in piazza Buraq – per gli ebrei, il Muro del Pianto – e marciare verso la moschea di al-Aqsa. Sarebbe stata questa notizia a spingere i palestinesi a passare la notte nel luogo di preghiera.

Sulla stessa linea, leader nazionali e religiosi di Gerusalemme e in Israele hanno esortato i palestinesi a impedire l'annunciato assalto ammassandosi nella moschea.

Il complesso è scenario frequente di scontri, a causa delle forti tensioni create nella Città Vecchia dagli scavi israeliani e dalle notizie di coloni che occupano l'area. Lo scorso ottobre, 30 palestinesi – tra cui 5 giornalisti – sono stati feriti e 20 arrestati durante gli scontri tra fedeli e forze dell'ordine.

L'area della moschea, nota ai musulmani con il nome di Haram ash-Sharif, è per l'islam il terzo tra i monumenti più sacri, essendo ritenuto il sito dove il profeta Muhammad ascese in paradiso e ne fece ritorno.

Da parte loro, gli ebrei lo considerano il luogo più sacro per la loro religione, in quanto sostengono che un tempo fosse sede del Secondo Tempio, distrutto dagli antichi romani nel 70 d. C. Per questo motivo, vi fanno riferimento con il nome di “Monte del Tempio”.

Fin dall'inizio del Purim, la parte vecchia della Città Santa è blindata dalle autorità israeliane, e proprio oggi dovrebbe vedere la sua riapertura in coincidenza con la fine della festività religiosa. Sigillati anche la Cisgiordania e tutti i passaggi di frontiera per Gaza.

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