Assedio Gaza, ministro della Salute: la situazione continua a peggiorare

Gaza-InfoPal. “Le scorte di medicinali in possesso del ministero della Sanità di Gaza sono in continuo calo a causa della chiusura del valico di Rafah, l’unico sbocco terrestre della Striscia di Gaza al mondo arabo”. Lo rivela il ministero della Sanità di Gaza, Mufid al-Mukhallalati, aggiungendo che il 30 per cento delle forniture medicinali, che proveniva attraverso il valico in questione, è completamente fermo.

Domenica 6 ottobre, durante un incontro con i corrispondenti delle agenzie stampa internazionali, tenuto presso la sede del ministero a Gaza, al-Mukhallalati ha ritenuto l’occupazione israeliana responsabile per il peggioramento della situazione sanitaria nella Striscia di Gaza, sottolineando che “Israele, in qualità di potenza occupante, è responsabile, secondo le leggi internazionali”.

“L’ingiusto assedio imposto sulla Striscia di Gaza è contro le leggi internazionali e le convenzioni per i diritti umani. Stando al diritto internazionale, l’occupazione ha la responsabilità di fornire Gaza delle risorse per il settore della sanità e quello dei trasporti, tuttavia, Israele non assolve i suoi obblighi derivanti del suo status di potenza occupante”, ha aggiunto il ministro.

Ha poi proseguito: “Il ministero della Salute è soggetto a diverse sofferenze, che aumentano a causa della continua chiusura, per il quarto mese consecutivo, del valico di Rafah, oltre al fatto che per ora non si intravedono segnali di cambiamento all’orizzonte”.

Sempre nello stesso contesto, egli ha sottolineato che la costruzione di sette centri di cure primarie si è fermata completamente. Ha aggiunto che la stessa sorte ha toccato a cinque ospedali che avrebbero dovuto ospitare grandi strutture mediche, in particolare l’ospedale di Shaykh Hamad, per le protesi agli arti e la riabilitazione e il complesso al-Shifa, per la chirurgia specialistica.

Al-Mukhallalati ha spiegato che nel periodo precedente, il ministero della Salute egiziano concedeva i permessi per introdurre i farmaci attraverso il valico di Rafah a molti enti che si occupavano di assistenza medica e si rifiutavano di trattare con l’occupazione. “Ma ciò è stato sospeso con la chiusura del valico di Rafah”, ha aggiunto.

Ha anche riferito che molte spedizioni farmaceutiche provenienti da diversi paesi del mondo, che avrebbero dovuto raggiungere la Striscia di Gaza, si sono fermate a causa del deterioramento della situazione e le frequenti chiusure di Rafah.

Il ministro palestinese ha aggiunto che nel periodo precedente (prima della chiusura di Rafah) “il numero mensile dei pazienti che attraversavano il valico per ricevere le cure superava i 1000, 300 dei quali a spesa del governo e 700 a spesa propria. Tutti i pazienti in questione erano afflitti da malattie difficili da trattare a Gaza, quali i tumori”.

Attualmente, il ministero della Sanità di Gaza devia i casi di emergenza negli ospedali della Cisgiordania e dei territori occupati (Israele). Tuttavia, l’occupazione vieta l’ingresso a molti pazienti, con pretesti relativi alla sicurezza. In altri casi invece, come documentano i centri per i diritti umani, i pazienti subiscono delle estorsioni allo scopo di reclutarli come spie per Israele”, ha dichiarato al-Mukhallalati.

Egli ha anche sottolineato che la chiusura del valico di Rafah ha bloccato molti dei servizi sanitari disponibili, oltre ad ostacolare lo sviluppo delle risorse umane del settore della sanità.

Nonostante ciò, il ministro della Salute ha assicurato che il suo ministero continua a fornire i servizi medici e non collasserà a causa del continuo assedio. Il funzionario palestinese ha anche rivelato che il suo ministero lavora costantemente al fine di evitare le conseguenze dell’assedio e garantire la fornitura dei servizi di base ai cittadini di Gaza.