Associazione prigionieri: 980 detenuti palestinesi a rischio di morte per mancanza di cure

Gaza – Infopal. Un rapporto pubblicato dall'Associazione dei prigionieri “Hossam” ha rivelato ieri la presenza di 980 malati in condizioni gravi nelle carceri dell'occupazione israeliana, la cui vita è in pericolo a causa dell'abbandono sanitario.

Il rapporto, di cui il corrispondente di Infopal.it ha ricevuto una copia, cita ad esempio la presenza di decine di detenuti disabili, perché colpiti dal fuoco israeliano prima del loro arresto: tra loro si contano 12 casi di semiparalisi, come quella di Luay al-Ashqar, detenuto nel carcere di Megiddo e in attesa di sottoporsi a diversi interventi. Vi sono anche più di 40 casi di epilessia e di malattie neurologiche e psicologiche, tutti disturbi dovuti alle torture praticate dai carcerieri israeliani durante le interrogazioni.

Secondo il rapporto dell'associazione, la politica di deliberata e sistematica negligenza medica è un crimine di guerra che viola tutte le leggi e le norme internazionali, compresa la Quarta Convenzione di Ginevra. Le condizioni sanitarie dei prigionieri sarebbero peggiorate in modo significativo nel corso degli ultimi due anni, a causa della repressione e dell'oppressione da parte di Israele – che include persino esperimenti medici sui prigionieri palestinesi.

La relazione ha infatti segnalato “un peggioramento della salute dei detenuti che non trova precedenti negli ultimi anni, e che ha portato alla morte di diversi di loro (…) Più volte i carcerati sono stati colpiti da casi collettivi di avvelenamento, verificatisi in più strutture di detenzione”.

Il rapporto afferma inoltre che 16 tra i detenuti e le detenute sono malati di cancro, e che il loro numero è cresciuto negli ultimi anni.

I maltrattamenti e i metodi di tortura impiegati durante gli arresti e gli interrogatori, la mancanza di cure mediche e di dottori specializzati nelle carceri, il rinvio degli interventi medici talvolta di diversi anni, sono tutte cause che contribuiscono alla degenerazione e alla diffusione delle malattie tra i prigionieri, che vengono più spesso imbottiti di calmanti che curati.

La relazione ha quindi sottolineato che le prigioni israeliane non sono affatto idonee alla vita umana, considerando, oltre alle vessazioni e alle percosse, anche le scarse condizioni igienico-sanitarie: basti citare la mancanza del sapone e di qualsiasi prodotto per la pulizia nelle celle, o l’uso di pesticidi per uccidere gli insetti e i ratti, diffusi in queste strutture.

Non sono migliori le condizioni delle cliniche delle carceri: l'ospedale della prigione di Ramleh è privo di molte attrezzature sanitari, e non differisce da quest’ultima in termini di trattamenti crudeli.

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