Attacchi notturni dei coloni contro case palestinesi a Gerusalemme

IMEMC. Durante la notte di giovedì, decine di coloni israeliani hanno attaccato diverse case palestinesi a Sheikh Jarrah, nella Gerusalemme Est occupata, e hanno colpito le auto dei residenti con pietre, bastoni e oggetti taglienti.

Il Wadi Hilweh Information Center a Silwan (Silwanic) ha riportato che gruppi di coloni hanno lanciato pietre contro automobili, case e proprietà, causando gravi danni, prima di attaccare e ferire diversi palestinesi. 

Il Silwanic ha riferito che gli scontri notturni hanno avuto luogo tra i soldati israeliani e i palestinesi locali in vari quartieri, vicoli e città: nella Gerusalemme occupata, in particolare a Silwan, a sud della moschea di al-Aqsa, nel campo profughi di Shu’fat, sul Monte degli Ulivi e nel quartiere di Suwwana. 

L’esercito e la polizia israeliana hanno anche posizionato blocchi di cemento per chiudere diverse strade che portano nei villaggi arabi, nelle città e nella Gerusalemme occupata. 

Mercoledì Abdul-Rahman Shalloudi, 20enne di Silwan, è stato colpito e ferito gravemente dalle guardie israeliane della metropolitana leggera ed è morto per le ferite, poco dopo la mezzanotte, presso un ospedale israeliano. 

Shalloudi è stato colpito da tre proiettili, uno dei quali diretto al fegato. 

Il Silwanic ha riportato che una bambina, identificata come l’11enne Fatima Kayed Panjabi, suo cugino Ahmad Wa’el Rajabi, di 4 anni, e altri quattro giovani sono stati uccisi da proiettili di metallo ricoperti di gomma. 

Dapprima l’esercito ha sparato colpi d’arma da fuoco vicino alla casa di Shalloudi, poi decine di granate assordanti e bombe gas contro i giovani locali che lanciavano pietre e bottiglie vuote contro di loro.

Decine di soldati hanno invaso e perquisito la casa di Shalloudi, causando gravi danni alla proprietà. 

Molti Palestinesi hanno subito gli effetti dell’inalazione dei gas lacrimogeni dopo che i soldati hanno invaso il campo profughi di Shu’fat, sparando bombe a gas e proiettili, soprattutto dopo che i manifestanti locali sono riusciti a bruciare una torre militare. 

Mohammad Mahmoud, avvocato dell’Associazione per il Supporto dei Prigionieri e per i Diritti Umani Dameer, ha cercato di far visita a Shalloudi, prima che morisse nell’ospedale israeliano, ma l’esercito gliel’ha impedito, affermando: “Non può visitare Shalloudi perché è in arresto e non può ricevere visite”.  

Israele sostiene che Shalloudi abbia volutamente speronato con il suo veicolo un gruppo di pedoni vicino alla fermata della metropolitana leggera di Ammunition Hill, causando la morte di un neonato israeliano di tre mesi e il ferimento di almeno altre sei persone.

Israeli Ynet News ha dichiarato che Shalloudi stava “guidando alla massima velocità contro i  pedoni” e che gli hanno sparato mentre tentava di fuggire.

Vale la pena di ricordare che mercoledì sera l’esercito ha sequestrato il fratello quindicenne di Shalloudi, dopo aver attaccato la loro casa e il loro padre.

Durante la cerimonia funebre del bambino israeliano, il presidente israeliano Rueveln Rivilin ha affermato che l’incidente è stato un “attacco intenzionale” alimentato dall’odio.

Ha affermato che vi è un “livello pericoloso di incitamento” nelle strade arabe di Gerusalemme e ha accusato i leader arabi di tutto il paese di partecipare al presunto incitamento.

Testimoni oculari dell’incidente hanno riferito che Shalloudi ha perso il controllo della sua vettura a causa dell’alta velocità, investendo di conseguenza un gruppo di israeliani in attesa della metropolitana leggera. Hanno dichiarato che Shalloudi non ha tentato di fuggire ma è uscito dalla sua auto dopo l’incidente, prima di essere colpito e ferito gravemente.

La polizia israeliana ha dichiarato che nove passanti israeliani sono rimasti feriti, tre dei quali in modo grave.

Shalloudi era un ex prigioniero politico che era stato rilasciato da una prigione israeliana il 22 dicembre 2013, dopo aver trascorso 16 mesi in carcere. Era stato arrestato di nuovo lo scorso febbraio ed era stato rilasciato un mese dopo.

Traduzione di Edy Meroli