Attacchi su Gaza – gennaio-marzo 2015

gaza-man-walks-past-images-of-gaza-palestinian-rocketsMemo. Giovedì sera 23 aprile, un missile è stato lanciato dalla Striscia di Gaza su Israele. Successivamente, le forze israeliane hanno bombardato una base di Hamas a nord di Gaza; le due azioni non hanno provocato né danni né feriti.

Secondo l’esercito israeliano, questo è stato il primo missile lanciato da Gaza quest’anno e il quarto lanciato da Gaza nel territorio israeliano dopo il cessate il fuoco dell’agosto del 2014 (lo scontro precedente ha avuto luogo il 19 dicembre 2014).

Il missile di questa settimana è stato descritto dall’ex portavoce dell’esercito israeliano Avital Leibovich come la fine di un periodo di “relativa quiete”. Parole di questo genere sono ordine del giorno: la violenza palestinese è sempre la fine di un “periodo di calma”, quella israeliana è sempre di “rappresaglia”.

In realtà, come dimostrano recenti grafici, il primo trimestre del 2015 ha visto ripetuti cessate il fuoco violati e attacchi sulla popolazione civile palestinese nella Striscia di Gaza. (Stima minima presa da UN-OCHA, PCHR-Gaza e fonti di informazione).

Nel periodo da gennaio a marzo, le forze dell’occupazione israeliana hanno ucciso un civile palestinese e ferito altri 16.  Ci sono state sei incursioni militari – quando le forze israeliane invadono la Striscia di Gaza per poi ritirarsi – e 67 attacchi armati via mare e via terra.

Sono contadini, pescatori e dimostranti disarmati l’obiettivo di questi attacchi. L’imposizione unilaterale da parte dell’esercito israeliano di un “no-go” zone vicino alla recinzione che divide i due territori, così come nelle acque di Gaza, è una parte chiave del blocco e una violazione del Diritto Internazionale (oltre che degli accordi di Oslo).

Fondamentale ricordare che in questi stessi tre mesi nessun razzo è stato sparato da Gaza ad Israele.

Pertanto non c’è “calma” o “quiete” per i palestinesi occupati della Striscia di Gaza. Le loro case e le loro attività sono in rovina, la loro economia è in frantumi – e nonostante ciò, l’esercito israeliano conduce impunemente attacchi sotto una minima o nulla copertura mediatica internazionale.

Traduzione di Silvia Patrizi