An-Nasira (Nazareth) – InfoPal. Il quotidiano israeliano Haaretz rivela alcuni tentativi congiuti israelo-statunitensi volti a bloccare una “pronuncia” europea di condanna alle pratiche di Israele e alla violenza deliberata dei coloni israeliani contro persone e proprietà palestinesi.
L’ipotesi al vaglio di Usa e Israele sarebbe quella di fermare i progetti di sviluppo finanziati dall’Unione Europea (Ue) in Cisgiordania, in particolare nell’area C, sotto il pieno controllo e giurisdizione di Israele.
Già Organizzazioni non governative (Ong) denunciano l’avvenuto abbattimento materiale da parte dell’amministrazione civile israeliana di decine di progetti finanziati dell’Ue nel corso del 2011. Si tratta per la maggioranza di progetti per lo sviluppo idrico.
La relazione europea sarà messa a disposizione del pubblico entro oggi e si attende di leggere un ammissione della natura repressiva del comportamento di Israele nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est negli ultimi mesi, con l’avanzare della colonizzazione e le aggressioni dei coloni israeliani. L’auspicio del Consiglio per gli Affari Esteri dell’Ue, in queste ore al lavoro, è che qualcuno in Israele risponda di tutto ciò.
Tra le raccomandazioni attese, i 27 ministri degli Esteri europei chiederanno a Israele di permettere ai palestinesi di costruire sulla loro terra, quindi di non impedire uno sviluppo della comunità occupata.
Funzionari diplomatici israeliani sono impegnati a fare pressing sui governi esteri, esprimendo presunte intenzioni di pace del futuro governo di Israele.
Non solo Stati Uniti, ma anche altri governi avrebbero tentato di formulare una richiesta più morbida della risoluzione. Tra questi vi sono l’Italia, la Repubblica Ceca e l’Olanda.
Con tutta probabilità, in un disperato tentativo di arrestare il processo in corso in Europa, l’inviato israeliano Yitzhak Molcho, ha consegnato personalmente al presidente dell’Autorità palestinese (Anp), Mahmoud ‘Abbas, una lettera in cui il premier israeliano Benjamin Netanyahu chiede di riprendere i colloqui di pace.