Attivisti chiudono l’ufficio della Croce Rossa nel 35° giorno di sciopero della fame

Ramallah-Ma’an. Mercoledì 28 maggio, attivisti palestinesi hanno chiuso l’ufficio della Croce Rossa al-Bireh in segno di protesta contro il “silenzio” dell’organizzazione sullo sciopero della fame attualmente in corso, hanno affermato gli organizzatori.

“Oggi chiudiamo le sedi del Comitato Internazionale della Croce Rossa poiché ha fallito nel suo ruolo di protezione dei prigionieri palestinesi, soprattutto di quelli che stanno facendo lo sciopero della fame”.

I dimostranti hanno chiuso le porte dell’ufficio e hanno impedito ai dipendenti di entrare.

“Il silenzio è complicità”, hanno dichiarato gli attivisti in un comunicato.

La Croce Rossa ed altre organizzazioni internazionali “che sono responsabili per garantire dignità e diritti ai prigionieri palestinesi, come prescritto dal loro mandato”, non sono riusciti a parlare in nessun modo a supporto delle centinaia di prigionieri in sciopero della fame, si legge nel comunicato.

Gli attivisti hanno domandato “una chiara affermazione (da parte della Croce Rossa) che la detenzione amministrativa… è da considerare un crimine di guerra ed un crimine contro l’umanità, dato il suo utilizzo diffuso e sistematico” portato avanti da Israele contro i Palestinesi.

Oltre 200 prigionieri palestinesi sono attualmente in sciopero della fame nelle prigioni israeliane, in solidarietà con le decine di detenuti amministrativi che hanno rifiutato il cibo dal 24 di aprile.

Coloro che stanno scioperando chiedono ad Israele di mettere fine alle incarcerazioni di Palestinesi senza accusa o senza processo, mettendo in pratica una politica conosciuta come “detenzione amministrativa”, basata su una legislazione che deriva dal periodo del Mandato Britannico.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi