Aumentano le malattie mentali, soprattutto tra i bimbi, nella Striscia di Gaza assediata

gaza2600x400IMEMC. Di Miguel Hernández – International solidarity Movement (ISM). Il numero di disabili mentali nella Striscia di Gaza è in aumento notevole negli ultimi anni.

Il 70% dei casi proviene dalle comunità localizzate vicino al confine che separa Gaza dai Territori del 1948 (Israele).

Medici e persone responsabili per la cura di questi bambini credono che ciò sia dovuto al fatto che questa parte della popolazione di Gaza è la più bersagliata dalle mattanze di Israele contro Gaza. Massacri in cui l’entità sionista ha usato armi di distruzione di massa, cluster bombs e armi chimiche in aree residenziali densamente popolate.

L’ISM è andato a far visita ad alcune famiglie.

Tre dei figli di Shadi Abu Habed soffrono di disturbi mentali, sono tutti sotto i 5 anni di età. Shadi, che fa il fabbro, è disoccupato da diversi anni, poiché l’assedio impedisce l’ingresso di ferro a Gaza. La loro casa è stata bombardata dall’entità sionista durante l’ultimo massacro e a lui è stato diagnosticato un problema cardiaco, nonostante non abbia ancora 35 anni.

Ziad Habu si trova in una situazione simile. Era tassista e viveva a Beit Lahia con i suoi 7 figli, fino al giorno in cui l’esercito israeliano lo ha ferito durante il massacro del 2008, impedendogli di lavorare, e ha bombardato la loro casa durante l’offensiva del 2014 lasciandoli senzatetto. Ziad ha una placca metallica in una gamba che la lascia completamente rigida.

Secondo gli ultimi rapporti della Banca Mondiale, il blocco e la distruzione pianificata delle infrastrutture nei vari massacri israeliani hanno portato la disoccupazione di Gaza al 60%.

L’ISM ha incontrato Hassan Azebda, che si prende cura di 8 persone: sua madre, sua moglie e i suoi sei figli. Hassan è un imbianchino, ma il suo lavoro dipende dall’entrata di materiali da costruzione. Tuttavia, non ha lavoro da quando il blocco è iniziato. Tre dei suoi figli soffrono di disturbi mentali.

Chiusi a Gaza, il primo ostacolo che queste famiglie affrontano è che né Israele, come potenza occupante, né l’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite responsabile per i rifugiati palestinesi, si assumono la responsabilità della salute e delle cure mediche di questi bambini, disattendendo ai loro obblighi.

Queste famiglie si lamentano del blocco, imposto da Israele, dall’Egitto e dall’Autorità nazionale palestinese alla Striscia di Gaza, impedendo l’entrata di prodotti medici necessari per le cure. Come ha affermato Ziad, “il blocco è un assassino silenzioso. Distrugge ogni aspetto delle nostre vite. Almeno quando loro bombardano Gaza il mondo lo vede”.