Aumento del 500% dei palestinesi detenuti senza processo nel 2015

Gerusalemme – Ma’an. Venerdì un gruppo per i diritti ha dichiarato che, dall’inizio del 2015, le autorità israeliane hanno emesso 319 ordini di detenzione amministrativa contro palestinesi, sei volte più dell’anno precedente.

Le statistiche, rilasciate dal Centro per gli Studi del Prigioniero Palestinese, suggeriscono un aumento massiccio dell’incarcerazione da parte di Israele di palestinesi senza accusa né processo, nonostante le ripetute promesse di limitare la pratica in linea con le norme internazionali.
Venerdì il portavoce Riyad al-Ashqar ha riferito che 45 nuovi ordini di detenzione amministrativa sono stati emessi nei primi tre mesi del 2015, oltre al rinnovo della detenzione di altri 274 prigionieri. Alcune di quelle detenzioni erano state precedentemente rinnovate fino a sei volte, per periodi fra i due e i sei mesi.
I palestinesi tenuti in detenzione amministrativa sono spesso detenuti senza accusa né processo per mesi e senza accesso alle prove che hanno portato al loro arresto, anche se la legge internazionale sancisce che questa tattica può essere usata solamente in circostanze eccezionali.
La cifra totale di 319 rappresenta un aumento del 500% rispetto allo stesso periodo di tre mesi nel 2014, nel quale erano stati emessi solo 51 ordini di detenzione.
Del totale, 109 sono stati emessi a gennaio, 89 a febbraio e 121 a marzo. 133 degli ordini, cioè quasi il 42%, hanno colpito individui del distretto di Hebron.

Il rapporto arriva quasi un anno dopo che circa 125 palestinesi in una prigione israeliana hanno lanciato uno sciopero della fame di quasi due mesi contro il fallimento di Israele nel porre fine alla pratica della detenzione amministrativa.

Nel 2012 le autorità israeliane avevano dichiarato che avrebbero limitato la pratica come parte di un accordo per porre fine a uno sciopero della fame di oltre 2000 prigionieri palestinesi.
Nonostante ciò, Israele non ha mantenuto l’accordo e la pratica continua ancora oggi.

 

Picco di detenzioni nell’estate 2014

 

A ottobre l’organizzazione per i diritti umani israeliana B’tselem aveva avvertito che il numero di palestinesi in detenzione amministrativa aveva raggiunto i 470, la cifra più alta in cinque anni e il triplo dell’anno precedente.

Il maggior numero di detenzioni amministrative si è verificato nel giugno del 2014, sull’onda della massiccia “Operazione Guardiano del Fratello” di Israele contro i membri di Hamas in Cisgiordania, durante la quale oltre 1000 persone sono state arrestate.
Quasi una dozzina di palestinesi sono stati uccisi e oltre 121 feriti durante le incursioni, il cui presunto scopo era trovare i responsabili per il rapimento di tre adolescenti israeliani presi vicino all’insediamento cisgiordano di Gush Etzion.
Gli uomini responsabili per il rapimento, che avevano solo tenui collegamenti con Hamas e che sembra abbiano agito indipendentemente, sono stati scoperti in seguito, ma le centinaia di persone arrestate nelle settimane precedenti non sono state rilasciate.
I critici hanno accusato Israele di aver usato la scusa del rapimento per lanciare una caccia alle streghe contro Hamas in Cisgiordania, che ha posto un cuneo fra Fatah e Hamas e ha riempito le carceri israeliane di prigionieri palestinesi.
Ulteriori arresti sono stati eseguiti a luglio e agosto 2014, quando centinaia di palestinesi sono stati incarcerati nel mezzo delle diffuse proteste contro il sanguinario assalto di Israele contro Gaza. Gruppi per i diritti hanno dichiarato che perlomeno 250 gazawi sono stati arrestati durante la breve invasione di terra di Israele.
Un gran numero di quegli arrestati sono tenuti nelle prigioni israeliane da allora, attraverso continui rinnovi delle detenzioni amministrative, che li lasciano bloccati in carcere senza possibilità di liberazione né di un processo equo.
Le statistiche rilasciate dalle corti militari israeliane in Cisgiordania nel 2011 hanno mostrato che avevano approvato il 98.77% di tutte le richieste per estendere la detenzione di prigionieri palestinesi trattenuti senza accusa né processo.
Il 99.74% dei palestinesi portati innanzi alle corti è stato condannato, una statistica che sottolinea la mancanza di giustizia per coloro che vengono processati nelle corti militari israeliane.

Il Centro per gli Studi del Prigioniero Palestinese ha esortato l’Autorità Palestinese a presentare un caso urgente contro Israele alla Corte Criminale Internazione, nella quale la Palestina è entrata la prima settimana di aprile.
Il portavoce al-Ashqar ha sostenuto che “l’abuso della detenzione amministrativa è considerato un crimine di Guerra contro i palestinesi”.