Autorità saudite arrestano moglie e nuora di al-Khudari

Ginevra – PIC. L’Euro-Med Monitor for human rights ha affermato che martedì le forze di sicurezza saudite hanno fatto irruzione nella casa del detenuto palestinese Mohamed al-Khudari, 83 anni, a Jeddah, e hanno portato sua moglie Wijdan, 70 anni, e sua nuora in un centro di sicurezza.

Secondo l’Euro-Med, entrambe le donne sono state trattenute per ore e sono poi state rilasciate dopo che le autorità di sicurezza le hanno costrette a firmare un impegno per non parlare delle condizioni di salute e di detenzione del prigioniero Mohamed al-Khudari e di suo figlio.

Secondo le testimonianze raccolte dal team di Euro-Med, gli agenti di sicurezza hanno interrogato la moglie di al-Khudari, perquisito e filmato la sua casa e le hanno confiscato il telefono.

Le autorità di sicurezza saudite hanno minacciato Wijdan, affermando che avrebbero deportato lei e tutta la sua famiglia, e l’hanno informata che sono “infastiditi” dai continui appelli della sua famiglia per il rilascio di suo marito e di suo figlio.

Euro-Med ha denunciato le autorità di sicurezza saudite per aver invaso la casa di Khudari, descrivendo tale pratica come “un nuovo tentativo di intimidire e mettere a tacere la famiglia”.

“Costringere la famiglia al silenzio o minacciare la deportazione è sia immorale che illegale. Tutte le parti interessate devono intervenire per fermare queste violazioni contro il prigioniero e la sua famiglia”, ha affermato il gruppo per i diritti umani.

Dal 2019, le autorità di sicurezza saudite hanno messo in atto una repressione ingiustificata nei confronti dei cittadini palestinesi, arrestandone decine in tutto il paese, tra cui medici, ingegneri e commercianti. La maggior parte di loro vive nel regno saudita da molti anni.

Tra i detenuti c’è il funzionario di Hamas Mohamed al-Khudari, di 83 anni, e suo figlio Hani, 49 anni, che sono stati arrestati il ​​4 aprile 2019.

Khudari vive ufficialmente in Arabia Saudita da oltre 30 anni e ha rappresentato localmente Hamas tra la metà degli anni ’90 ed il 2003.

Le autorità saudite accusano i detenuti di essere coinvolti in attività e opere di beneficenza a sostegno del popolo e della causa nazionale palestinese.