‘Aziz Dweik: diviso dal presidente solo con la morte o la prigione.

 

Gaza – Infopal. Il dott. ‘Aziz Dwayk, presidente del Consiglio legislativo palestinese, ha smentito quanto è stato riportato dai media israeliani, ossia di essere stato rilasciato in base a un accordo sullo scambio del soldato israeliano prigioniero a Gaza Gilad Shalit.

Dwayk ha infatti chiarito la dinamica della propria liberazione in un'intervista: “La mia condanna era terminata, vi è stato un ricorso della procura militare israeliana per prolungarla, ma la Corte, composta da tre giudici militari, ha respinto questo ricorso”.

Alla domanda sugli ultimi sviluppi delle trattative su Shalit, ha risposto: “Gli ultimi aggiornamenti sulla questione sono quelli annunciati dal ministro della Difesa israeliano, che dopo la sua ultima visita al Cairo ha detto: ‘Si stanno impegnando seriamente per chiudere questo argomento’. A mio parere, i negoziati mediati dall’Egitto sono ancora in corso; tuttavia, da quanto ho sentito dai media, non si sono avuti progressi nelle trattative”.

Per quanto riguarda invece la cacciata di alcuni detenuti dai Territori Occupati dopo la liberazione, Dwayk ha affermato: “Ho saputo che gli egiziani hanno chiesto agli israeliani di non inserire il tema delle espulsioni nelle trattative”.

Il presidente ha poi espresso le proprie previsioni sui risultati di eventuali elezioni in stato di occupazione, e nella circostanza che Israele arresti nuovamente i deputati rilasciati: “Non vi è alcuna garanzia che l'autorità occupante accetti i risultati di qualsiasi votazione: le sue intromissioni resteranno evidenti, soprattutto per quanto riguarda il lavoro del Consiglio legislativo palestinese, finché non raggiungerà il suo obiettivo. Per questo ho sempre detto che dobbiamo lavorare sodo a livello sia locale che panarabo: per eliminare le interferenze dell'occupazione dal sistema politico interno palestinese”.

D’altra parte, come ha spiegato Dwayk, sarebbe poco saggio ricorrere alle elezioni senza la garanzia internazionale che i deputati vengano rispettati e che non siano soggetti ad alcuna forma di arresto o di repressione. Tuttavia, sostiene, “le forze vive del popolo palestinese possono imporre un sistema politico interno sull’occupazione, e questo avviene con l'unità di parola, e rivelando al mondo che esistono ‘linee rosse’ che si possono superare”.

Sul tema della riconciliazione palestinese, ha invece assicurato: “Mi divideranno dal presidente solo la morte o l'arresto. Io, il presidente e ognuno di noi rappresentiamo la testa della piramide dell'autorità legislativa ed esecutiva, la natura del nostro rapporto dev’essere di cooperazione. Mi dà fiducia il fatto stesso che è necessario andare avanti per aiutare la scena politica palestinese”.

Ha poi espresso la propria convinzione che i cambiamenti in atto sulla piazza politica palestinese, internazionale e regionale imporranno una nuova realtà e una nuova lettura della situazione palestinese: persino la salita al potere dell’estrema destra israeliana e l’attuale mancanza di qualsiasi barlume di speranza, sostiene, dovrebbero premere sulle forze politiche palestinesi perché rispondano all’invito alla riconciliazione e all’unità.

E sul capo del governo israeliano Benjamin Netanyahu, noto per i suoi “no”, Dwayk ha dichiarato: “Io accuso Netanyahu e il suo governo di essere ritornati alle maniere forti, e ancora una volta cito le parole del presidente francese Nicolas Sarkozy: ‘Nessuna forma di pressione o di arresto riuscirà a piegare il popolo palestinese, né a fargli rinunciare alla libertà’”.

 

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