Bahrain: attacchi contro le pratiche religiose, persecuzione degli oppositori

Bahrain: attacchi contro le pratiche religiose, persecuzione degli oppositori

Quando le processioni dell’Ashura e il fervore si intensificava le forze del regime hanno intrapreso diversi attacchi per intimidire i bahreniti che celebrano l’avvenimento da secoli, molto prima che al-Khalifa occupasse il Bahrain. Mercoledì 13 novembre, una barca di legno costruita per rappresentare la salvezza offerta dai discendenti del Profeta è stata confiscata dai membri delle squadre della morte gestite dalla corte reale. [ 1 ] Hanno rovinato la struttura e minacciato ulteriori abusi sui i bahreniti, che cercavano di ostacolare gli attacchi alle pratiche religiose e ai simboli dei cittadini nativi.

Una prova documentata video-registrata che mostra i picchiatori del regime che strappano e distruggono gli striscioni nelle strade di città e villaggi hanno convinto i bahreniti che Al-Khalifa e Al-Saud stavano per sradicare gli autoctoni, la loro cultura e i loro riti religiosi . [2] La situazione è diventata più tesa quando il ministro degli Interni di Al-Khalifa, Rashid bin Abdulla al-Khalifa, ha minacciato le sale dei fedeli di Hussaini di ulteriori rappresaglie e di vendette alla fine della stagione.

I bahreniti hanno sfidato gli occupanti e sono scesi in piazza, sconfiggendo i teppisti del regime e gli squadroni della morte. Ora sono maggiormente incoraggiati a continuare la loro rivoluzione per raggiungere un fondamentale cambiamento politico nel paese e liberarlo della dittatura ereditaria. Uno dei principali portavoce degli occupanti, il quotidiano Al-Watan, suona i tamburi di guerra invitando le squadre della morte ad attaccare i bahreniti.

Gli attacchi e le intimidazioni ai nativi sono continuate senza sosta negli ultimi giorni. Il 13 novembre, due bahreniti di ritorno dal Kuwait sono stati arrestati all’aeroporto [3]. Sayed Ali Sayed Salman e Hussain Ashoor sono stati rapiti e portati in una destinazione sconosciuta. Si teme che possano essere stati portati in centri di tortura che non figurano come sedi ufficiali. Tutte le stazioni di polizia hanno negato di trattenere i due cittadini. Non sono stati autorizzati a contattare le loro famiglie o i loro avvocati. Lo stesso giorno, un giovane, Sajjad Al Alawi, di 23 anni, è stato arrestato e torturato [4]. Anche un altro è stato rapito. Amin Ma’tooq [5], di Iskan Aali, è stato rapito l’11 novembre, ma da allora non si sa niente di lui.

Cresce la preoccupazione per la salute di Ahmad Al Biladi e Ali Akbar [6], di Bilad Al-Qadeem dopo che sono stati condannati a cinque anni di carcere con accuse sbandierate. Le loro condanne totali sono ora di 8 e di 34 anni rispettivamente.

Domenica 10 novembre, il tribunale di Al-Khalifa ha condannato all’ergastolo due uomini già in carcere, e altri due a 15 anni, per un presunto attentato con un’autobomba fuori da una moschea, a luglio [7]. Nessuno era rimasto ferito nell’esplosione fuori da una moschea di al-Riffa, a sud della capitale Manama, dove vivono alcuni membri della famiglia reale. La moschea non era aperta perché viene usata solo per le funzioni ufficiali. Gli osservatori che hanno controllato le immagini rilasciate dal regime hanno detto che non hanno trovato distruzioni derivanti dalla presunta esplosione, nessun vetro frantumato o metallo contorto. Il posto era pulito e ordinato.

Un anno dopo che le autorità del Bahrain avevano revocato la cittadinanza a 31 esponenti dell’opposizione, Amnesty International [8] ha chiesto il loro reintegro. E ha detto: “Il ministero dell’Interno del Bahrain deve immediatamente revocare la decisione di togliere a 31 membri dell’opposizione la nazionalità bahrenita, sentenziata un anno fa”.

Hassiba Hadj-Sahraoui, vicedirettore del programma Medio Oriente di Amnesty International, ha affermato: “Togliere la nazionalità a chi critica il governo dimostra che le autorità del Bahrain continuano a scatenarsi e a screditare tutti coloro che ritengono una minaccia. Invece di affrontare le critiche mosse contro di loro, le autorità non hanno trovato altro modo per rispondere che privare i cittadini del Bahrain della loro nazionalità”.

Su un altro livello la salute di diversi leader politici incarcerati sta rapidamente peggiorando a seguito di maltrattamenti e di mancanza di cure mediche adeguate. Abdul Wahab Hussain soffre di gravi problemi di salute che hanno spinto diverse organizzazioni per i diritti umani a chiedere assistenza immediata. L’8 novembre Amnesty International ha lanciato un’azione urgente [9] chiedendo il suo rilascio immediato e la fornitura di cure mediche adeguate. E ha sollecitato le autorità del Bahrain “a fornire ad Abdelwahab Hussain urgente assistenza medica specialistica”, chiedendo loro di concedergli immediati e regolari incontri con la sua famiglia, e li ha esortati a rilasciare immediatamente e senza condizione tutti i 13 attivisti dell’opposizione, dal momento che sono prigionieri di coscienza, condannati solamente per aver esercitato pacificamente i loro diritti alla libertà di espressione e di riunione.

Bahrain Freedom Movement

15 novembre 2013

Traduzione di Edy Meroli