Bahrain: ferite, gas chimici e arresti nel secondo anniversario di occupazione saudita

Riceviamo dal Bahrain Freedom Movement e pubblichiamo. Il 14 marzo, il secondo anniversario dell’occupazione saudita del Bahrain, è stato commemorato dalla popolazione nel consueto stile progressista e pacifico: proteste, scioperi, sit-in e inviti alle organizzazioni mondiali per  agire contro questa occupazione illegale.

Il 14 febbraio l’Alleanza aveva sollecitato uno sciopero generale che si è svolto il 14 marzo. E’ stato efficace molti settori, negozi e scuole sono state chiuse, la protesta è esplosa in ogni angolo, e molte città in tutto il mondo hanno commemorato l’anniversario con proteste, seminari o dichiarazioni. Il verdetto era unanime per i sauditi che avevano commesso un grande crimine invadendo il Bahrain. L’atto criminale ha comportato l’uccisione di decine di abitanti del Bahrein, la detenzione e la tortura di più di quattro mila persone negli ultimi due anni, la distruzione di più di
40 moschee, il licenziamento di più di 5000 persone e la persecuzione di più del 70 cento della popolazione. L’occupazione non era riuscita a raggiungere il suo obiettivo principale: schiacciare la rivoluzione.
Invece, la lotta politica ha ormai raggiunto le soglie della famiglia reale saudita, con città come Riyadh, Al-Qaseem, Buraida, Al-Jawf e altre che assistono a proteste quotidiane.

Il crimine saudita è stato aggravato il 13 marzo dagli attacchi ad aree residenziali civili con gas chimici, fucili e arresti. Almeno tre persone sono state colpite e sono in condizioni critiche perché Al-Khalifa ha inviato i mercenari per sedare le proteste pacifiche. Richiami sono stati ripetuti alla comunità internazionale per intervenire e fermare ciò che la popolazione del Bahreina considera “crimini equivalenti in molti casi al genocidio”.

L’opposizione del Bahrain a Londra ha concluso il programma di un’intera settimana di attività per ricordare  l’occupazione saudita del paese. Sabato 9 marzo è stata organizzato una protesta davanti all’ufficio del Primo Ministro inglese a Downing Street per chiedere la fine della protezione del Regno Unito alla dittatura del Bahrain.
Domenica scorsa si è tenuto un raduno a Marble Arch, che è stato organizzato dalla comunità del Bahrein e dai loro sostenitori, come Stop the War Coalition, CND e Labour CND. Martedì scorso si è svolto un seminario
presso la Camera dei Lord ed è stato seguito da diversi media. Il Gulf Cultural Club e The Open Discussion  hanno organizzato un seminario mercoledì cui hanno partecipato il professor Madawi Al Rashid, un accademico saudita del Kings College di Londra, il professor Joshua Catallino, preside della Facoltà di Giurisprudenza alla Middlesex
University, e Jalal Fairooz, ex parlamentare del Bahrain. Un altro seminario in arabo si è tenuto giovedì alla Abrar House.

Intanto i rivoluzionari del Bahrein hanno respinto la nomina del principe della corona Al-Khalifa come primo vice di suo zio, il primo ministro. Salman bin Hamad Al-Khalifa, figlio maggiore del dittatore, è coinvolto in crimini di espropriazione della terra, di complicità in crimini commessi dal padre e dalla sua famiglia, e nel sostegno alla sicurezza e alle forze militari strumentali nell’uccisione di molti Bahreini. Le sue mani sporche di sangue non possono essere ripulite dalla sua nomina e quelli che lo avevano promosso come “moderato” hanno agito con cecità, insensibilità o pregiudizio. La rivoluzione non ha cambiato le facce, il sistema politico basato sulla dittatura ereditaria deve cedere il passo alla libertà di scelta e alla determinazione del destino del popolo.

La campagna perché non si tenga la gara di Formula Uno in Bahrain guadagna terreno, Vodafone finirà la sua lunga sponsorizzazione delle gare di  Formula Uno dopo aver annunciato che chiuderà il suo contratto con la McLaren alla fine dell’anno. Il gigante delle telecomunicazioni ha dichiarato che la mossa, che l’ha portato alla conclusione del legame con la Formula Uno, risale a più di un decennio fa, e ha fatto seguito a una revisione della sua strategia di marketing.
Vodafone ha firmato l’accordo con McLaren, di un valore pari a 50 milioni di sterline l’anno, nel 2007, e ha incluso il
titolo mondiale piloti per il 2008 di Lewis Hamilton. Ma si pensa anche che la scelta di Vodafone di rivedere la propria
sponsorizzazione della F1 sia in parte dovuta al disagio del gruppo per la decisione di correre il Gran Premio del Bahrain lo scorso anno nonostante una violenta rivolta nel paese. McLaren ha detto che annuncerà il nuovo sponsor nel mese di dicembre.

Bahrain Freedom Movement
15 marzo 2013

Traduzione per InfoPal a cura di Edy Meroli