Bahrein: la rivolta dimenticata

Assisi. Forum sulle primavere arabe.

Bahrein: la rivolta dimenticata

Del Bahrein si parla davvero poco. E’ vero, si tratta di un piccolo Paese, che ha ottenuto l’indipendenza solo nel 1971, ma strategicamente importante – qui ha sede la più grande base navale americana del Golfo. Del Bahrein si parla poco perché, come ha ricordato Mohammed Aborous nella presentazione, gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di permettere una rivoluzione democratica in questo Paese. E dunque anche le numerose vittime della repressione devono passare sotto silenzio.

Prima di dare la parola al dott. Jaafar, parlamentare del Bahrein, è intervenuta Intissar Masri, segretaria del Centro italo-arabo Assadakah, che ha denunciato la gravità della situazione. Tra i vari esempi relativi alla repressione, ha citato il caso dei 13 medici condannati dai tre agli otto anni di detenzione solo per aver curato alcuni manifestanti feriti.

Il dott. Jaafar ha premesso che il movimento democratico in Bahrein esisteva prima dell’esplosione della “primavera araba”, ma quest’ultima ha dato anche ai bahreiniti una spinta decisiva. I giovani si sono mobilitati, ma la repressione del regime è stata pesantissima. La gente chiedeva, e chiede, una società senza discriminazioni religiose, la libertà di stampa ed un parlamento dotato di poteri reali (oggi il Bahrein ha due rami del parlamento, con uguali poteri: uno eletto e l’altro nominato).

Alle elezioni (vedi articolo) il partito dell’opposizione sciita, Al Wefak, si è aggiudicato 18 seggi su 40, avendo i realtà ben il 65% dei voti, ma il Bahrein è di fatto sotto il controllo saudita, le cui truppe sono intervenute nel Paese con il pretesto che era in corso un intervento straniero…

La repressione che ne è seguita è stata violentissima. Tantissimi i morti, i feriti ed i licenziamenti per ragioni politiche. Naturalmente il “democratico” occidente ha finto di non vedere né la violenza, né l’invasione saudita, né l’oppressione di un popolo ed in particolare della sua maggioranza sciita.

Il parlamentare bahreinita ha concluso il suo intervento ribadendo il ruolo nefasto dell’Arabia Saudita, che ha addirittura proposto l’annessione del piccolo Stato invaso. Un ruolo ben manifesto anche dietro le insegne del Ccg (Consiglio di cooperazione del Golfo) dietro le quali i sauditi vogliono a volte nascondersi.