Bambino palestinese condannato a sei anni e mezzo di carcere

alqam-e1468793361632Imemc, PIC e Ma’an. Domenica, un ragazzino di 14 anni, Mu’awiya Alqam, è stato condannato a sei anni e mezzo di carcere con l’accusa di aver eseguito un “attacco col coltello” insieme al cugino Ali, di 12 anni, contro una guardia israeliana, all’entrata dell’insediamento illegale di Pisgat Ze’ev, a Gerusalemme, a novembre del 2015.

Ali Alqam venne colpito tre volte e gravemente ferito, e venne sottoposto a chirurgia per rimuovere un proiettile dallo stomaco. Attualmente si trova in un centro di riabilitazione giovanile.

La sentenza contro Mu’awiya è frutto di un patteggiamento negoziato dall’avvocato del ragazzino al posto del processo. Il ragazzino è stato imputato di tentativo di omicidio e possesso di coltello.

Oltre ai sei anni e mezzo di carcere in una prigione per adulti, il bambino dovrà sottostare a tre anni di “prova”, che prevede la sospensione di una sentenza di dieci anni, in cui dovrà mostrare di non violare il patto stipulato con la “giustizia” israeliana.

Inoltre, la famiglia Alqam dovrà pagare una multa di 7.000 dollari, che equivale a un anno di stipendio medio palestinese.

Mu’awiya è stato trasferito in varie prigioni, dal Russian Compound, a HaSharon a Megiddo.

E’ uno dei 414 bambini palestinesi imprigionati da Israele. La maggior parte si trova in carcere per aver lanciato pietre contro i soldati di occupazione.