Bambino ucciso e suo cugino ferito in modo serio mentre i coloni gridano “Muori” e l’ambulanza “David Red Star” ritarda intenzionalmente

Pchr. Bambino ucciso e suo cugino ferito in modo serio mentre i coloni gridano “Muori” e l’ambulanza “David Red Star” ritarda intenzionalmente

Il Palestinian Center for Human Rights (PCHR) condanna con la massima fermezza il crimine commesso dalle forze israeliane lunedì 12 ottobre 2015, a Gerusalemme Est Occupata, che ha portato all’uccisione di Hassan Khaled Mahayna (Manasra), 15 anni, del villaggio di Beit Hanina, a nord della città. Inoltre, il PCHR condanna il ritardo intenzionale dell’equipe dell’ambulanza della David Red Star nel portare i primi soccorsi a suo cugino, che è stato deliberatamente investito dalle forze israeliane.

Il PCHR mette in guarda contro l’incremento del numero di uccisioni dei civili palestinesi, compresi bambini e ragazze, nella città occupata per presunti sospetti di accoltellamenti contro le forze israeliane e i coloni. Questo crimine è stato commesso alcune ore dopo l’uccisione di Mostafa al-Khateeb (18), del villaggio di Sour Baher, a sud di Gerusalemme occupata. Oltre a ciò, il PCHR denuncia questo crimine che va aggiunto alla serie di crimini israeliani commessi a Gerusalemme Est in particolare, e nei territori occupati palestinesi in generale. Pertanto, il PCHR chiede alla comunità internazionale di agire immediatamente e di adempiere ai suoi obblighi legali e morali per proteggere i civili palestinesi nei territori occupati. Il PCHR ritiene che il silenzio della comunità internazionale per quel che riguarda questi crimini incoraggi il governo israeliano a continuare la sua politica che viola il diritto umanitario internazionale.

Secondo le indagini condotte dal PCHR, lunedì pomeriggio, 12 ottobre 2015, le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro Hassan Khaled Mahayna (Manasra), 15 anni, ed hanno deliberatamente investito suo cugino Ahmed Saleh Mahayan (Manasra), 13 anni, entrambi del villaggio di Beit Hanina, a nord di Gerusalemme Est occupata. Sono stati aggrediti mentre si recavano presso un centro commerciale vicino alle loro abitazioni di famiglia, nella colonia “Pisgat Ze’ev”. Il risultato è stato che il primo ragazzo è stato ucciso da parecchi colpi di proiettili, mentre l’altro ha subito gravi ferite. La polizia israeliana ha sostenuto che due coloni sono stati seriamente feriti poiché i due ragazzi palestinesi li avevano accoltellati.

Un video pubblicato dal canale satellitare Ma’an mostra Ahmed dopo che è stato deliberatamente investito sulla linea della metropolitana. Nonostante le ferite del ragazzo, la perdita di sangue e le grida di aiuto, i coloni israeliani e gli ufficiali di polizia lo insultano e lo coprono di ingiurie, chiedendo che venga ucciso brutalmente. Il video documenta anche la presenza di una equipe di un’ambulanza della David Red Star sulla scena che non offre i soccorsi al ragazzo immediatamente, assecondando le richieste dei coloni che urlano “Muori, Muori”.

La famiglia del ragazzo ucciso ha dichiarato ad un operatore del PCHR della città che il loro figlio Hassan era uno studente del 10° grado alla Ibn Khaldoun School, e suo cugino uno studente dell’8° grado alla New Generation School. Entrambi erano tornati a casa da scuola nel villaggio di Beit Hanina e quindi erano usciti in direzione del vicino centro commerciale nella colonia “Pisgat Ze’ev”. Hassan voleva acquistare un gioco in CD e Ahmed voleva acquistare un piccione. La famiglia smentisce la versione della polizia israeliana.

Successivamente, le forze speciali israeliane hanno fatto irruzione in 10 abitazioni nelle vicinanze, che appartengono alla stessa famiglia. Hanno arrestato membri della famiglia che si trovavano seduti sul divano e li hanno accerchiati. Hanno arrestato anche i due padri dei ragazzi e li hanno portati alla stazione di polizia di al-Qashala per essere interrogati.

In aggiunta a tutto ciò, approssimativamente alle 13 dello stesso giorno, gli ufficiali di polizia israeliani hanno sparato alla studentessa Marah Bakeer (17) del villaggio di Beit Hanina. Il risultato è stato il suo grave ferimento. E’ stata quindi trasferita in un ospedale di Gerusalemme Ovest per le cure mediche. Gli agenti israeliani avevano aperto il fuoco contro la ragazza dopo che un colono aveva cercato di aggredirla quando si trovava alla fermata dell’autobus nella zona di al-Shaikh Jarrah, a nord della Città Vecchia, dopo essere uscita da scuola.

Secondo le indagini condotte dal PCHR, questa studentessa stava ritornando a casa dalla Abdullah Bin al-Hussein School for Girls assieme ad una sua amica. Si sono fermate entrambe al semaforo rosso quando un colono ha imprecato contro di loro. Ha iniziato ad inseguirle verso la fermata dell’autobus nell’area di Shaikh Jarrah vicino al quartier generale della polizia israeliana. Il colono stava gridando che Bakeer è “una terrorista” e che aveva un coltello ed aveva cercato di accoltellarlo. La polizia israeliana è accorsa di fretta ed ha sparato quattro proiettili contro Bakeer sebbene lei li stesse implorando e dicendo che non aveva fatto niente. Una delle sue amiche ha detto che Marah è caduta a terra dopo essere stata colpita, e dopo di ciò decine di poliziotti e agenti dell’intelligence israeliani l’hanno accerchiata puntandole le armi contro sebbene lei stesse sanguinando ed urlando. Quando un giovane palestinese ha cercato di aiutarla, gli agenti della polizia israeliana lo hanno arrestato accusandolo di essere coinvolto con lei nel piano per l’accoltellamento. La polizia israeliana ha sostenuto che Bakeer era sospettata da un ufficiale di guardia di confine, quindi l’ha bloccata. Quando lui le si è avvicinato, lei ha preso un coltello ed ha cercato di colpirlo, ma lui ha aperto il fuoco contro di lei.

Il PCHR condanna fortemente questi crimini che testimoniano il crescente numero di uccisioni di civili palestinesi nei territori occupati in generale e nella occupata Gerusalemme Est in particolare. Inoltre, il PCHR sottolinea che nei casi su citati, le forze israeliane avrebbero potuto usare meno forza contro le vittime o potrebbero averli arrestati e legati se le loro accuse fossero state veritiere. Il PCHR ribadisce il suo richiamo alla comunità internazionale perché intraprenda azioni immediate ed effettive per porre fine a tali crimini e ribadisce il suo richiamo alle Alti Parti Contraenti che hanno sottoscritto la Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 perché adempiano ai loro obblighi secondo l’Art. 1, cioè di rispettare e di assicurare il rispetto della Convenzione in qualsiasi circostanza, ed il loro obbligo secondo l’Art.146 di perseguire le persone accusate di aver commesso gravi violazioni della Quarta Convenzione di Ginevra. Queste gravi violazioni costituiscono crimini di guerra secondo l’Art. 147 della stessa Convenzione e secondo il Protocollo I Addizionale alle Convenzioni di Ginevra.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi