Press Tv e Palestine-info. Di rientro da un viaggio tra Brasile, Malawi ed Uganda, ieri, 2 giugno, il Segretario Generale dell'ONU, Ban Ki-moon ha chiesto di porre immediatamente fine all'embargo imposto da Israele su Gaza.
Ban Ki-moon ha ammesso che la strage di lunedì scorso, in acque internazionali, è stata una conseguenza diretta del blocco su Gaza definito “controproducente, insostenibile e sbagliato” [l'embargo imposto da Israele sulla Striscia di Gaza è una violazione della IV Convenzione di Ginevra e fino ad oggi è stato oggetto di diverse risoluzioni ONU in cui se ne chiede la fine, sia ad Israele che all'Egitto, ndr].
L'assedio su Gaza è “controproducente” anche per Tony Bair, inviato del Quartetto per il Medio Oriente, che ha esortato le autorità israeliane a lasciar entrare a Gaza i materiali da costruzione necessari per rimettere in funzionamento il sistema idrico, la rete fognaria e la centrale elettrica di Gaza.
Blair ha aggiunto: “Non è una buona scelta per ottenere il rilascio di Shalit”, il soldato israeliano catturato dalla resistenza palestinese nel 2006.
Cameron, nuovo Primo ministro britannico, ha invece dichiarato: “Il blocco potrebbe agevolare Hamas”.
Non sono inoltre mancati appelli rivolti all'Egitto perché permetta il passaggio dei beni primari per Gaza.