Ban Ki-moon a Gaza: “L’ONU sarà sempre con voi”

364203CGaza-Ma’an. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon è giunto a Gaza martedì mattina, iniziando così il suo viaggio attraverso l’enclave costiera assediata, con un discorso al personale delle Nazioni Unite, secondo quanto riferito dal portavoce del Segretario generale dell’ONU.

Ban ha visitato la scuola al-Zaytoun gestita dall’UNRWA, nella quale ha parlato al personale e agli studenti, condannando il blocco israeliano della Striscia di Gaza che “soffoca la gente, soffoca l’economia ed impedisce la ricostruzione”.

“Si tratta di una punizione collettiva per la quale deve essere trovato un responsabile”, ha detto, facendo notare che il 70% della popolazione di Gaza ha bisogno di assistenza umanitaria, e “oltre la metà dei giovani di Gaza ha poca o nessuna speranza di prospettive lavorative o di qualsiasi speranza”.

“Questa situazione non può continuare. Alimenta la rabbia e la disperazione. Aumenta il pericolo di una nuova ascesa delle ostilità, che possono soltanto portare ad ulteriori sofferenze per la popolazione di Gaza”.

“Dobbiamo parlare apertamente delle sfide e delle difficoltà inaccettabili che affronta la gente di Gaza. Dell’umiliazione dell’occupazione e del blocco, ma anche della divisione tra Gaza e la Cisgiordania”.

Ban ha sottolineato l’importanza di giungere ad una unione tra Gaza e la Cisgiordania, sotto un governo unico, democratico e legittimo, aggiungendo che egli è dalla parte della gente di Gaza, dicendo loro che “l’ONU sarà sempre con voi”.

Il Commissario Generale dell’UNRWA, Pierre Krahenbuhl, ha accompagnato Ban durante la visita, dicendo che essa “giunge proprio quando vi è un periodo di profonda disperazione a Gaza” parlando di un orizzonte politico tetro, nessuna libertà di movimento ed elevata disoccupazione. “Il mondo ha bisogno di porre maggiore attenzione”, ha detto.

I due hanno anche in previsione la visita di un centro per lavori di ricostruzione nella Striscia di Gaza gestito dall’ONU, dove incontreranno altri funzionari ed impiegati delle Nazioni Unite prima che Ban parli ad una conferenza stampa nel quartiere di Tal al-Hawa di Gaza prima di lasciare la zona costiera.

Il funzionario di Hamas e portavoce del parlamento palestinese Ahmad Bahar ha rilasciato una dichiarazione, martedì, nella quale sollecita Ban e l’ONU a “lavorare seriamente” per porre fine all’assedio, ormai decennale, imposto nella Striscia di Gaza.

Bahar ha criticato la visita di Ban definendola “parte degli sforzi attuali per riprendere i negoziati volti al raggiungimento di un compromesso al servizio dell’occupazione e che freni l’Intifada di Al-Aqsa”, riferendosi agli sforzi di pace portati avanti dalla Francia e che molte fazioni politiche palestinesi, compresa Hamas, hanno criticato in quanto offerta monopolizzata dal presidente palestinese Mahmoud Abbas e dall’Autorità Palestinese per imporre le proprie richieste e la propria agenda.

Criticando l’ONU, Bahar ha aggiunto che l’organismo internazionale è “rimasto silenzioso di fronte al crimine dell’assedio di Gaza per dieci anni” cercando di “trattare la vittima e il carnefice alla pari”.

Il segretario generale Ban ha tenuto lunedì un discorso ad una conferenza stampa, dopo un incontro avuto col presidente israeliano Reuven Rivlin, durante il quale ha chiesto ad israeliani e palestinesi di compiere “passi concreti” verso la pace.

Oltre alla denuncia delle aggressioni mortali avvenute a Tel Aviv all’inizio di quest’anno, Ban ha criticato l’occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gerusalemme Est fin dal 1967, aggiungendo che “quasi 50 anni di occupazione hanno avuto un impatto devastante sulle vite dei Palestinesi, minando la possibilità di una risoluzione pacifica di questo conflitto”.

Ban ha ricordato un imminente “rapporto equilibrato ed equo” del Middle East Quartet, che si spera sia la base per l’attuale iniziativa di pace promossa dalla Francia e che risolva il conflitto israelo-palestinese.

La sua visita è giunta sulla scia di un accordo raggiunto tra Israele e Turchia che ristabilisce la normalizzazione diplomatica tra i due stati, il quale in particolare riconosce alla Turchia di poter premere su Israele perché  tolga il suo lungo ormai decennale assedio sulla Striscia di Gaza nonostante i tanti anni di avvertimento. Tuttavia Israele ha concesso alla Turchia di cominciare la consegna di aiuti umanitari e l’inizio di progetti infrastrutturali per quel territorio.

L’accordo è stato accolto con indignazione da molti che non sono approvano il fatto che la Turchia abbia rinunciato a premere per una completa fine del blocco nella Striscia di Gaza, tuttavia Hamas, I leader di fatto della enclave, hanno accolto con favore l’accordo.

Traduzione di Aisha Tiziani Bravi