Banca Mondiale: Striscia di Gaza, perdite materiali ed economiche da 570 milioni di dollari

Ramallah-Wafa. Gli undici giorni di ostilità del maggio 2021, a Gaza, hanno provocato la morte di oltre 260 persone, tra cui 66 bambini e 41 donne, e aggravato traumi già esistenti, in particolare tra i bambini. Il bilancio umano è stato appesantito da danni e perdite complessivi ai settori sociale, infrastrutturale, produttivo e finanziario.

Un Rapid Damage and Needs Assessment (RDNA) – Valutazione rapida dei danni e dei bisogni –  rivela che sono stati arrecati di danni materiali fino a 380 milioni di dollari e 190 milioni di dollari di perdite economiche. I lavori di ricostruzione sono stati stimati fino a 485 milioni di dollari USA durante i primi 24 mesi.

Il RDNA a Gaza è stato realizzato tra il 25 maggio e il 25 giugno 2021 in collaborazione con il Gruppo della Banca Mondiale, le Nazioni Unite (ONU) e l’Unione Europea (UE) subito dopo la cessazione delle ostilità e in stretta collaborazione con l’Autorità Palestinese e in consultazione con la società civile e il settore privato a Gaza. Sebbene le stime dell’RDNA siano preliminari, si rivelano fondamentali per identificare gli interventi prioritari.

“Questo è l’ennesimo episodio sfortunato in cui il popolo palestinese di Gaza si è visto nel mezzo di conflitti e distruzioni. La crisi umanitaria si aggrava in un’economia con legami molto limitati con il mondo esterno. Il PIL di Gaza potrebbe contrarsi dello 0,3% nel 2021 rispetto a una crescita annua stimata del 2,5% prima degli scontri. Con questa valutazione, speriamo di mobilitare il sostegno dei donatori per aiutare a ripristinare condizioni di vita e mezzi di sussistenza dignitose a Gaza e aprire la strada alla ripresa”, ha affermato Kanthan Shankar, Direttore nazionale della Banca mondiale per la Cisgiordania e Gaza.

Le recenti ostilità hanno arrecato ulteriori danni alle già vacillanti condizioni socioeconomiche. I palestinesi a Gaza hanno sofferto i costi cumulativi, umani ed economici, delle ostilità ricorrenti negli ultimi tre decenni, così come le restrizioni prolungate alla circolazione di persone e merci ai valichi di frontiera, i limiti alla pesca al largo della costa di Gaza, e ora gli effetti della pandemia di COVID-19. L’allarmante tasso di disoccupazione a Gaza è di circa il 50% e più della metà della sua popolazione vive in povertà. Dopo le ostilità di maggio, il 62% della popolazione di Gaza si trova in condizioni di insicurezza alimentare.

Secondo l’RDNA, il valore stimato dei danni fisici causati dal conflitto è compreso tra 290 e 380 milioni di dollari. I settori sociali sono stati i più colpiti (140-180 milioni di dollari), rappresentando oltre la metà del danno totale – quello degli alloggi, da solo, rappresenta quasi il 93% del danno totale ai settori sociali. I secondi settori più colpiti sono quelli produttivi e finanziari, con agricoltura e servizi, commercio e industria in primo piano.

Il conflitto ha generato perdite economiche (interruzioni di flussi economici, produzione e servizi) che variano da 105 a 190 milioni di dollari. Ancora una volta, i settori sociali sono stati i più colpiti con circa l’87% delle perdite causate da costi aggiuntivi per la salute e la protezione sociale e disoccupazione. Il conflitto ha notevolmente indebolito i mezzi di sussistenza e le reti di sicurezza dei più vulnerabili.

“La cessazione delle ostilità raggiunta il mese scorso ha ampiamente resistito, ma rimane fragile. L’ONU continua i suoi impegni diplomatici con tutte le parti interessate per consolidare il cessate il fuoco. Nel frattempo, ci stiamo anche assicurando di fare tutto il possibile per soddisfare i bisogni più urgenti che consentirebbero ai palestinesi di Gaza di iniziare il processo di ripresa il più rapidamente possibile. Questo RDNA è un passo importante in quel processo. Faccio appello alla comunità internazionale affinché si unisca a sostegno di questi sforzi”. ha affermato Tor Wennesland, coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente.

L’RDNA di Gaza promuove l’approccio Building-Back-Better ( Ricostruire in meglio) a Gaza, concentrandosi sulla ricostruzione di un’economia e di un’infrastruttura più resilienti e rispettose del clima e sulla capacità delle persone di assorbire gli shock, nonché sul miglioramento degli standard di vita e delle vite. Le vulnerabilità che possono aver contribuito all’impatto degli scontri dovrebbero, ove possibile, essere affrontate durante il recupero e la riabilitazione, consentendo alle comunità colpite di gestire e mitigare i rischi futuri. Le azioni raccomandate vanno dal soddisfare le esigenze immediate e future, come il ripristino di infrastrutture inclusive, efficienti dal punto di vista energetico e sostenibili dal punto di vista ambientale, all’adozione di misure di salvaguardia sociale più forti e all’attuazione di riforme politiche mirate.

Le esigenze di recupero e ricostruzione immediate e a breve termine (durante i primi 24 mesi) sono stimate tra 345 e 485 milioni di dollari, con un fabbisogno stimato tra 345 e 485 milioni di dollari, di cui 125-195 milioni di dollari nell’immediato ( da qui alla fine del 2021) e da 220 a 290 milioni di dollari nel breve termine (da 6 a 24 mesi). Le priorità si concentrano sull’assicurare un ritorno a una certa normalità fornendo rapidamente soccorsi, riparando i danni prioritari alle infrastrutture e ripristinando i servizi essenziali interrotti dal conflitto, da riportare almeno ai livelli prebellici, se non oltre.

Le esigenze più urgenti di recupero includono l’assistenza in denaro a circa 45.000 persone per assistenza alimentare e non alimentare, la creazione di 20.000 posti di lavoro a tempo pieno per 12 mesi e il dare priorità alla costruzione di unità abitative, dopo che oltre 4.000 sono state distrutte o parzialmente danneggiate; le famiglie che hanno perso le loro case contano circa 7.000 bambini. Sono necessari interventi tempestivi per migliorare la produzione alimentare nel settore agroalimentare e della pesca e ripristinare le risorse materiali. Inoltre, è necessario un sostegno finanziario per ricostruire le micro e piccole imprese gravemente danneggiate che forniscono servizi, beni e posti di lavoro alle comunità, con particolare attenzione alle tecniche sostenibili per l’efficienza energetica e idrica.

“Le cause civili e il devastante impatto socio-economico di questo ciclo di ostilità ci ricordano ancora una volta che dobbiamo affrontare le cause profonde del conflitto. La ripresa di Gaza deve essere sostenuta da un significativo processo di pace che porti sicurezza e dignità per tutti. Pur riconoscendo l’importanza dell’esercizio RDNA, la sostenibilità della ripresa di Gaza dipenderà molto dai progressi del processo politico e da una soluzione negoziata. Anche l’unità palestinese e il rinnovamento democratico attraverso elezioni libere ed eque sono di importanza cruciale”, ha affermato Sven Kühn von Burgsdorff, rappresentante dell’UE.

Al di là del periodo di ricostruzione immediato e a breve termine, sono necessari sforzi politici sistematici per sostenere la ripresa. Ciò include la costruzione da parte dell’Autorità palestinese di un sistema di governance sostenibile e la creazione di un ambiente favorevole per la crescita guidata dal settore privato e il potenziamento dei servizi da parte di Israele a Karm Abu Salem. È necessario sostenere i programmi di creazione di posti di lavoro per uomini e donne, iniziando con 20.000 posti di lavoro a tempo pieno per 12 mesi, nonché la formazione in competenze digitali per accedere alla catena digitale globale e superare l’isolamento geografico. Altre aree includono il riutilizzo dell’acqua per l’agricoltura, l’energia rinnovabile, l’espansione delle strutture e dei servizi sanitari e il miglioramento della qualità dell’istruzione e il superamento dei divari di apprendimento. Sono particolarmente importanti i meccanismi per garantire la protezione delle donne, dei giovani e dei rifugiati.

Il gruppo della Banca mondiale, l’ONU e l’UE si sono impegnati a fornire un sostegno fondamentale al popolo palestinese e a garantire una ripresa rapida e affidabile, osservando che la ripresa da rapido a breve termine dipenderà dal sostegno finanziario, anche da parte dei donatori, nonché dalla cooperazione di Israele per sbloccare l’accesso a materiali e attrezzature destinati a scopi civili.

Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi