Ben & Jerry’s ottiene elogi e disprezzo dopo aver lasciato i territori palestinesi occupati

MEE. Di Nadda Osman. Gli attivisti palestinesi vogliono più chiarezza su come saranno i futuri legami del marchio di gelati con Israele, mentre gli attivisti filo-israeliani promettono di non comprare mai più i suoi prodotti. (Da InvictaPalestina.org).

La decisione dell’azienda produttrice di gelati Ben & Jerry di fermare le sue attività nei territori palestinesi occupati è stata accolta con un misto di elogi e derisione da parte di attivisti filopalestinesi e israeliani.

Il marchio ha detto che avrebbe chiuso le vendite nei territori dopo anni di campagne da parte di attivisti alleati con la campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS).

Nella sua dichiarazione, l’azienda ha detto che le attività commerciali sono “incoerenti” con i suoi valori e che non rinnoverà il suo accordo di licenza quando scadrà alla fine del prossimo anno.

La decisione è stata accolta con cautela dagli attivisti, ma ha destato perplessità un aspetto della dichiarazione dell’azienda che annuncia la mossa.

Ben & Jerry’s ha detto che sarebbe “rimasta in Israele con un accordo diverso”, senza fornire ulteriori approfondimenti su cosa questo voglia dire.

La frase ha attirato l’attenzione degli attivisti filopalestinesi e dei sostenitori del movimento BDS, che hanno detto che qualsiasi attività mantenuta in Israele richiederebbe inevitabilmente all’azienda di gelati di operare come minimo a Gerusalemme Est occupata.

“Ben & Jerry deve disinvestire completamente. Non c’è nessun compromesso alternativo che potrà mai funzionare,” ha spiegato l’utente di Twitter Thezalameh.

 

‘Progressista tranne con la Palestina’.

La società, che fin dalla sua fondazione nel 1978 ha sostenuto una serie di cause liberali, ha affrontato critiche per la vendita di gelati prodotti in Israele in insediamenti illegali nei territori palestinesi occupati e chiudendo apparentemente un occhio sulla situazione palestinese.

Ben & Jerry’s sui social media ha fatto sentire la sua voce per il movimento Black Lives Matter e altre cause progressiste, ma è rimasta in silenzio, a metà maggio, dopo che Israele aveva lanciato attacchi aerei sulla Striscia di Gaza.

Questo ha comportato critiche con l’accusa alla ditta di essere “progressista tranne con la Palestina”.

Vermonters for Justice in Palestine, un’organizzazione che lavora per sostenere i diritti umani palestinesi e porre fine all’occupazione israeliana, ha affermato in una dichiarazione che la decisione di Ben & Jerry di fermare le vendite in Cisgiordania e Gerusalemme Est occupata, ma continuando altrove l’attività, non era sufficiente.

Kathy Sapiro, un’aderente all’organizzazione, ha detto che continuando ad operare in Israele, la società è complice delle violazioni dei diritti umani contro i palestinesi.

“Mantenendo una presenza in Israele, Ben & Jerry’s continua ad essere complice nell’uccisione, imprigionamento ed espropriazione del popolo palestinese e nella violazione del diritto internazionale. Israele distrugge vite e proprietà nelle terre che occupa con la forza”, ha affermato in una dichiarazione.

L’organizzazione ha ribadito la sua richiesta alla Ben & Jerry’s di porre fine alla sua produzione di prodotti in Israele e di rilasciare una dichiarazione in cui chiede a Israele di porre fine alla sua occupazione delle terre palestinesi e alla costruzione di insediamenti illegali.

In un episodio collegato, gli attivisti palestinesi hanno anche criticato l’Associated Press per aver definito i territori palestinesi occupati come “terre conquistate in guerra” nel suo articolo sulla decisione di Ben & Jerry. Alcuni attivisti, tra cui il poeta palestinese di Gerusalemme Mohammed El-Kurd, hanno denunciato l’agenzia di stampa di essere “senza spina dorsale”.

I territori occupati da Israele in Cisgiordania, Gerusalemme Est e Gaza sono stati presi da Israele nella guerra arabo-israeliana del 1967 e sono riconosciuti a livello internazionale come appartenenti ai palestinesi.

Critica israeliana.

L’ex primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso la sua delusione per la decisione di Ben & Jerry. “Ora noi israeliani sappiamo quale gelato NON comprare”, ha scritto in un tweet.

L’ironia di Netanyahu che chiama a un boicottaggio di Ben & Jerry’s non è sfuggita agli attivisti, data l’appassionata presa di posizione dell’ex leader israeliano contro il movimento BDS.

“Oh, quindi ora il boicottaggio va bene?” è stata una risposta, che ha caratterizzato la reazione.

Altri hanno risposto dicendogli che avrebbe dovuto essere in prigione per accuse di corruzione, che includono l’utilizzo di denaro pubblico per essersi concesso oltre 1.700 sterline di gelato, secondo i suoi conti familiari. La somma equivale a circa 14 kg di gelato al mese.

Netanyahu e sua moglie hanno anche stanziato circa 430.000 sterline dei soldi dei contribuenti per la pulizia personale, i vestiti e il cibo.

Altri attivisti filoisraeliani hanno optato per un approccio diverso, mettendo a confronto l’uso del verde nel comunicato dell’azienda con la bandiera verde del movimento di Hamas.

Eran Cicurel, un editore straniero dell’emittente pubblica israeliana Kann, ha suggerito che la compagnia potrebbe aver usato il colore in modo che il suo messaggio risuonasse con i nemici di Israele.

“Solo facendo un’osservazione sulla grafica e su come questo messaggio specifico con questo specifico design risuoni con il pubblico israeliano”, ha continuato a spiegare.

In risposta, attivisti filopalestinesi e altri lo hanno accusato di essere “sciocco”.

‘Grande vittoria’.

L’Adalah Justice Project, un gruppo filopalestinese con sede negli Stati Uniti, ha accolto con favore la mossa, descrivendola come una “grande vittoria per la lotta palestinese per la libertà”.

Adalah ha aggiunto tuttavia che continuerà a chiedere un “disimpegno completo da tutti i rapporti commerciali con Israele dell’apartheid”.

Anche il movimento BDS ha applaudito la decisione di Ben & Jerry’s e ha messo in guardia l’azienda dal continuare a fare affari in Israele.

“Il movimento BDS accoglie con favore la decisione di Ben & Jerry come un passo decisivo verso la fine della complicità dell’azienda nell’occupazione israeliana e nelle violazioni dei diritti dei palestinesi”, ha affermato il movimento in una nota.

“Speriamo che Ben & Jerry’s abbia capito che, in armonia con i suoi impegni di giustizia sociale, non ci possono essere affari come al solito con l’apartheid Israele”.

Traduzione per Invictapalestina.org Simonetta Lambertini.

(Foto: L’azienda ha detto che le sue operazioni commerciali nei territori palestinesi occupati erano ‘incoerenti’ con i suoi valori. Reuters).