Gaza – Pic. Il presidente ad interim dell’Anp, il deputato Ahmad Bahar, ha condannato ieri lo spirito “filo-israeliano” della visita in Terra Santa di Papa Benedetto XVI, mettendo l’accento sui forti rapporti tra musulmani e cristiani nella Palestina occupata.
“I cristiani in Palestina sono nostri fratelli e vivono con noi in pace e sicurezza, per il fatto di essere nostri compagni di morte, di resistenza e di dolore”: queste sono state le parole di Bahar durante una conversazione telefonica con padre Manuel Musallam, eminente autorità cristiana di Gaza.
Secondo Bahar, l’atteggiamento di Papa Ratzinger e la sua evidente noncuranza per le sofferenze del popolo palestinese oppresso dall’occupazione israeliana trasmetterebbero a Israele un messaggio sbagliato, incoraggiandola a proseguire nei suoi crimini contro i civili innocenti nella Striscia.
Parole di biasimo sono state pronunciate anche nei confronti della visita alla famiglia del prigioniero israeliano Gilad Shalit, e per non aver speso nemmeno una parola sul travaglio delle famiglie degli 11.000 palestinesi rinchiusi nelle carceri d’Israele: un atteggiamento definito “ingiusto” dal presidente.
“Il Papa avrebbe dovuto chiedere la liberazione immediata di 40 parlamentari palestinesi rapiti dalle forze di difesa israeliane tre anni fa – ha sottolineato Bahar – , e avrebbe dovuto condannare la carneficina operata ai danni dei bambini di Gaza, e chiedere la fine dell’oppressivo assedio israeliano sulla Striscia, invece di piangere al Muro di al-Buraq (il Muro del Pianto, ndr)”.
Per questo motivo, Bahar ha invitato il Papa a dare un tono più imparziale alla sua visita, il che, secondo il deputato, aiuterebbe a rendere giustizia alle vittime dei “macellai” della guerra.
Da parte sua, padre Musallam si è dichiarato “fiero di far parte del grande popolo palestinese”, assicurando che sia lui che tutti gli altri cristiani palestinesi sono e resteranno fedeli alla loro terra.
Ha evidenziato l’indivisibilità del popolo della Striscia di Gaza da quello della Cisgiordania, aggiungendo che i palestinesi, a prescindere dalla religione, hanno l’obiettivo comune di liberarsi dell’occupazione.
Padre Musallam ha quindi criticato la reticenza del Papa a condannare pubblicamente i massacri israeliani nella Striscia, dove 1.400 palestinesi sono stati uccisi e più di 5.000 altri sono rimasti feriti nei 22 giorni a cavallo tra dicembre 2008 e gennaio 2009.
Il Papa avrebbe inoltre rifiutato un invito, lanciato dallo stesso Padre Musallam, a visitare la Striscia di Gaza per essere testimone oculare delle condizioni di povertà e di miseria vissute dal milione e mezzo di abitanti della regione, sia cristiani che musulmani, sotto l’embargo israeliano. Grande delusione è stata espressa per il rifiuto di Sua Santità.
(Traduzione a cura di Infopal)
Notizie correlate:
'Abbas riceve il Papa a Betlemme
Visita papale: proteste delle famiglie dei detenuti palestinesi
Gerusalemme, in attesa del Papa, Israele mette il bavaglio ai media palestinesi.