‘Benvenuto in Palestina’: Israele arresta 120 attivisti

An-Nasira (Nazareth) – Imemc, InfoPal. Centinaia di attivisti internazionali sono stati fermati ieri dalla polizia israeliana all'aeroporto di Tel Aviv.

Israele ha arrestato 120 attivisti di “Benvenuto in “Palestina” che erano atterrati all'aeroporto “Ben Gurion”. Gli internazionali si trovano ora nelle prigioni israeliane di Ramla e Beersheva in attesa dell'espulsione dal paese.

Israele si era premunito in anticipo di una Black List con i nomi di oltre 200 attivisti e ha potuto fare affidamento sulla collaborazione di numerose compagnie aeree straniere, che hanno messo a disposizione della sicurezza israeliana gli elenchi dei passeggeri, mentre nei vari aeroporti europei ne lasciavano a terra numerosi altri.

All'aeroporto parigino “Charles de Gaulle”, gli attivisti cui è stato impedito di partire per Tel Aviv erano numerosi.
D'altra parte, gli organizzatori di “Benvenuto in Palestina” lo avevano detto: “Saranno in maggioranza francesi”.

All'aeroporto francese gli attivisti hanno messo in scena una protesta contro l'occupazione della Palestina e contro la forma di assedio israeliano sui rispettivi paesi europei.

Alcune testimonianze video su proteste, arresti e deportazioni degli attivisti:

http://972mag.com/dozens-deported-from-tlv-airport-5-israeli-activists-arrested/ 

http://www.youtube.com/watch?v=YrP9LiqPNjY&feature=player_embedded#at=67 

http://972mag.com/dozens-deported-from-tlv-airport-5-israeli-activists-arrested/ 

L'organizzazione della campagna ha condannato Israele per aver impedito ai partecipanti di entrare nel paese.

Resta alta l'allerta della polizia israeliana in aeroporto nonostante alcuni commenti interni abbiano sollevato critiche per l'eccessivo dispiegamento delle forze dell'ordine.

“'Benevento in Palestina' non è una realtà della militanza – sottolineano gli organizzatori -, ma è una campagna resa possibile grazie al lavoro di oltre 30 Organizzazioni non governative (Ong) che hanno invitato gente da tutto il mondo per testimoniare la realtà sotto occupazione in Cisgiordania e quello che accade in Israele. Sono cittadini provenienti da Francia, Gran Bretagna, Belgio, Svezia, Germania, Usa, Giappone e da altri paesi”.

Già in settimana, Israele aveva predisposto una campagna mediatica per delegittimare il viaggio, facendo circolare notizie mendaci sul conto dei passeggeri e ordinando alle compagnie aeree di non emettere titoli di viaggio in particolare a quanti erano stati inclusi nella Black List.

Ad alcuni di questi attivisti le compagnie aree hanno spedito lettere nelle quali veniva comunicato l'annullamento della prenotazione del biglietto “su richiesta delle autorità israeliane”.

Gli organizzatori di Benvenuto in Palestina” hanno rilasciato una dichiarazione chiedendo alle compagnie aeree di astenersi dall'essere complici di tali forme di estorsione e provocazione di cui illegalmente si macchia il governo israeliano.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dato al ministero dell'Interno chiare disposizioni per fermare tutti, ma gli organizzatori della campagna palestinese hanno ribadito che la loro missione è “creare le condizioni perché famiglie palestinesi possano ospitare internazionali”. Essi avevano anche auspicato un'osservanza israeliana della legge internazionale e degli accordi bilaterali.

Poi, dopo gli episodi di ieri, hanno fortemente criticato l'espulsione degli attivisti e gli arresti.

Uno degli organizzatori palestinesi ha riferito al “Guardian”: “E' sconcertante il divieto di accogliere in libertà degli ospiti, ma soprattutto, è una scelta che contraddice una realtà che ha la presunzione di essere l'unica democrazia in Medio Oriente”.

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