Il portavoce Adham Abu Salmiyya ha infatti dichiarato che i mezzi sono fermi nei loro depositi, solo perché il suo ministero ha esaurito la benzina necessaria a metterli in moto.
Le scorte sono quindi a secco nonostante l’accordo annunciato martedì tra la Compagnia palestinese per l’energia elettrica e l’Egitto, che aveva lo scopo di far arrivare rifornimenti a Gaza.
L’accordo in questione era stato firmato tra il direttore della Compagnia, Walid Sa’ad Sayil (che rappresentava l’Autorità nazionale palestinese di Ramallah), e la Egyptian general petroleum corporation.
Sayil ha anche riferito ai reporter che ad alcuni tecnici egiziani è stato ordinato d’individuare la locazione più adatta per la costruzione di una rete di condutture del gas che colleghino Shaykh Zwayd al terminal di Rafah, sul confine Gaza-Egitto.
L’attuale crisi energetica ha avuto inizio quando le stesse autorità egiziane hanno cominciato ad impedire il contrabbando di carburante attraverso i tunnel scavati sotto il confine. L’Egitto, affetto a sua volta da carenze di rifornimenti, ha ingiunto a Hamas d’importare la preziosa risorsa attraverso i confini con Israele.