Blair incontra Abbas. Dure critiche da Haniyah alla posizione filo-israeliana del premier britannico.

Dal nostro corrispondente, da www.aljazeera.net, www.maannews.net e da www.palestine-info.co.uk

Il primo ministro britannico Tony Blair è da ieri in Medio Oriente per incontrare il primo ministro israeliano Ehud Olmert e il presidente dell’Autonomia Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen).
Entrambi i leader, Abbas e Olmert, hanno dichiarato a Blair di essree pronti per negoziati diretti senza pre-condizioni. Durante una conferenza stampa nella città di Ramallah, oggi, Blair ha fortemente incoraggiato le due parti a mettere in pratica questi propositi.

Abbas ha raccontato ai giornalisti che lui e il premier britannico ha discusso dell’importanza di sollevare l’assedio economico, porre fine alla chiusura dei valichi e di rilasciare i ministri, i parlamentari e i leader e gli oltre 10 mila prigionieri, mettere fine all’espansione degli insediamenti, alla costruzione del muro, e alla politica israeliana a Gerusalemme".

Quando a Blair è stato chiesto quanta responsabilità ritenesse spettasse a Israele nel risolvere l’attuale crisi, ha risposto che non era venuto "per accusare ma per offrire aiuto".

Abbas e Blair hanno anche discusso la proposta di formare un governo palestinese di unità nazionale, che Blair vede con favore. Blair ha sottolineato che il nuovo governo palestinese deve accogliere le richieste del Quatetto (Onu, Eu, Usa e Russia): rinunciare alla violenza, riconoscere lo stato di Israele, accettare tutti gli accordi siglati in precedenza. In questo modo, ha dichiarato Blair, il nuovo governo riconquisterebbe il favore della comunità internazionale.

A Blair è stato anche chiesto se la comunità internazionale continuerà a boicottare i palestinesi se questo nuovo governo di unità nazionale includerà membri di Hamas. Il premier britannico ha risposto che se il governo riconoscerà le richieste del Quartetto, la comunità internazionale tratterà con loro. "E’ il negoziato che conta, non la violenza", ha sottolineato Blair.

Blair ha spiegato che nell’ultimo mese la situazione è peggiorata, anziché migliorare.

Al premier britannico è stato anche domandato la posizione del suo paese circa l’invio di una forza di peacekeeping internazionale nei territori occupati, ma ha evitato di rispondere, limitandosi a dire che ci sono numerose proposte da discutere.

Nel frattempo, un centinaio di palestinesi – rappresentanti varie organizzazioni – hanno organizzato una protesta anti-Blair nel centro di Ramallah.

Da parte sua, il premier palestinese Ismail Haniyah, ha criticato il collega britannico per il "cieco appoggio al governo di occupazione israeliano" e la cecità nei confronti dei diritti palestinesi.

Haniyah, parlando al quotidiano inglese "The Guardian", ha detto che la visita di Blair alla regione sarebbe stata un’opportunità per aprire il dialogo con i leader di Hamas, eletti democraticamente nel parlamento palestinese, se il suo governo avesse riconosciuto quello palestinese guidato da Hamas.
Ha sottolineato che la politica di Blair costituisce una specie di "punizione di massa" contro il popolo palestinese e il suo governo eletto, e fornisce il via libera all’occupazione israeliana per proseguire negli attacchi militari contro la popolazione.
Secondo Haniyah, il problema sta nei forti legami tra Blair e l’amministrazione Usa che vede in Medio Oriente solo con "gli occhi dei sionisti". E ha aggiunto che il popolo inglese non è soddisfatto della politica mediorientale di Blair.

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