Yousef ‘Abdel Haq, di 70 anni, è anche portavoce del Forum culturale palestinese “Tanwir”.
Fu arrestato il 7 dicembre scorso e, da allora, si trova in detenzione amministrativa israeliana. Ieri è stata prorogata per altri due mesi.
Il professore palestinese è in gravi condizioni di salute e deve prendere farmaci su base giornaliera.
Il Centro per la difesa delle libertà e dei diritti civili “Hurriyyaat” ha condannato tale politica israeliana.
L’estensione della detenzione di Abu Galmi sarà di un anno, fino al 23 marzo 2013. Il detenuto è isolamento dal 24 gennaio 2010.
Abu Galmi ha dichiarato di non riconoscere la decisione della corte e si è limitato a rispondere: “Questo è un tribunale pro-forma, la decisione del mio isolamento è stata presa dall’Intelligence”.
Il deputato sarà rilasciato nei prossimi cinque giorni, ma promette di riprendere a scioperare nel caso in cui gli israeliani non manterranno l’impegno.
In solidarietà ad al-Hajj, l’attivista per i Diritti Umani Fu’ad Khuffash, direttore del Centro per i prigionieri “Ahrar”, aveva avviato uno sciopero della fame.
Il giudice israeliano li imputa responsabili di aver aggredito con il lancio di pietri i militari d’occupazione, e di resistenza a pubblico ufficiale. L’estensione decisa differisce da un soggetto all’altro e varia dai 2 ai 4 giorni. Gli episodi ai quali si riferisce l’accusa sono quelli avvenuti presso Bab al-‘Amoud (Porta di Damasco), all’ingresso della città vecchia di Gerusalemme, blindata preventivamente dagli israeliani.
Al prigionieri sarà vietato anche l’accesso alla mensa del carcere. La moglie Fadwa, che avrebbe dovuto fargli visita nei prossimi due giorni, sostiene di non sapere più, a questo punto, se tra le misure punitive Israele includa pure il divieto di visita.
In occasione del 36° anniversario della Giornata della Terra, Barghouthi aveva fatto pervenire al proprio popolo un messaggio forte. All’Autorità palestinese (Anp) aveva chiesto di pretendere da Israele la liberazione di tutti i detenuti palestinesi, come unica condizione per un ritorno ai negoziati.
Secondo l’accusa mossa dai militari israeliani, il giovane Hammad Jaber Nawaja’ah, di 33 anni, avrebbe tagliato il filo spinato intorno a una colonia israeliana.
Il sospetto degli israeliani è che il palestinese volesse infiltrarsi nell’insediamneto illegale israeliano.
Rateb Jabour, coordinatore del Comitato popolare di Yatta, fa sapere che il fratello di Hammad era stato arrestato dieci giorni fa nel corso di un’aggressione degli israeliani contro la sua famiglia. Da tempo Israele tenta di costringerla ad abbandonare la propria casa.
Questa mattina, 16 cittadini palestinesi sono stati arrestati da Israele in Cisgiordania.