Brasile, fallito il secondo tentato golpe fascista contro Lula

InfoPal. Di Lorenzo Poli. È successo quello che da copione era già prevedibile dopo la stessa elezione di Lula: il tentato golpe fascista. Se nel momento dell’elezione subito i bolsonaristi hanno gridato ai brogli, gli stessi bolsonaristi hanno inaugurato mobilitazioni e blocchi stradali con il fine di rovesciare l’esito delle elezioni. Anche l’iniziale non-riconoscimento della vittoria di Lula da parte di Bolsonaro aveva preoccupato, aspettando un altro tentativo di colpo di Stato fascista e neoliberista. Come molti analisti aveva previsto, l’estrema destra bolsonariana avrebbe comunque tentato di destabilizzare e impedire la consegna del governo a Lula, e così è stato.

Lula, da quando è stato rieletto, ha già subito due tentativi di golpe. L’8 gennaio 2023, i bolsonaristi hanno attaccato le istituzioni dello Stato brasiliano: la sede della Corte Suprema, il Palazzo Planalto e il Congresso. Migliaia di manifestanti pro-Bolsonaro si sono accampati da settimane davanti alle caserme chiedendo alle Forze Armate un intervento militare contro il neoeletto governo di Lula. “L’invasione del palazzo del Congresso nazionale, di quello del Tribunale federale e del Palazzo del Planalto (sede della presidenza della Repubblica) rappresenta un vero e proprio tentativo di colpo di Stato. Il bolsonarismo continua ad agire impunemente, promuovendo questa domenica (08/01) una sorta di “invasione del Campidoglio” alla brasiliana” – ha dichiarato il PSOL in un comunicato stampa ufficiale.

Il ministro del Segretariato per le comunicazioni sociali della presidenza brasiliana, Paulo Pimenta, ha denunciato che i manifestanti hanno rubato armi e munizioni durante l’attacco al Palazzo Planalto, ha riferito Telesur. Il lasciar fare delle forze di sicurezza del Distretto Federale di Brasilia, comandate dall’ex ministro della Giustizia di Bolsonaro, Anderson Torres, è evidente. L’inazione della Polizia militare di fronte all’escalation golpista è stata ampiamente documentata.

Il magistrato della Suprema Corte Federale del Brasile, Alexandre de Moraes, ha sospeso dall’incarico, per 90 giorni, il governatore del Distretto Federale di Brasilia, Ibaneis Rocha. “Niente giustifica l’omissione e la cospirazione del governatore con i criminali che hanno annunciato che avrebbero commesso atti violenti”, ha detto Moraes. Lula ha decretato l’intervento dell’area di sicurezza del Distretto Federale di Brasilia fino al 31 gennaio.

In considerazione di ciò, i gruppi parlamentari del PSOL nella Camera dei Deputati e nella Camera Legislativa del Distretto Federale, il PSOL di Brasilia e l’Esecutivo Nazionale del PSOL hanno sostenuto:

– l’identificazione e la punizione esemplare di tutte le persone coinvolte, siano esse terroristi coinvolti negli atti di depredazione o finanziatori, secondo la legge in difesa dello Stato democratico di diritto (Legge 14197/2021);

– l’intervento federale nella sicurezza pubblica del Distretto Federale;

– le dimissioni immediate del Segretario alla Sicurezza del Distretto Federale, Anderson Torres;

– l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per indagare sulle negligenze delle Forze di Sicurezza nel territorio di Brasilia e nel Congresso Nazionale;

– la convocazione immediata del governatore del distretto di Brasilia per fornire chiarimenti;

– lo smantellamento immediato degli accampamenti dei golpisti davanti ai quartieri generali dell’esercito nella capitale e negli altri stati;

– il rafforzamento della mobilitazione popolare contro il golpe di Bolsonaro, con la convocazione immediata di azioni di piazza da parte di tutti i settori impegnati nella difesa della democrazia;

“L’azione di oggi rafforza l’importanza che non vi sia alcuna amnistia per i bolsonaristi che, all’interno e all’esterno del governo Bolsonaro, hanno commesso e continuano a commettere nuovi crimini contro il popolo brasiliano. Il PSOL non accetterà senza reagire questa offensiva golpista. Oltre a chiedere alle autorità di difendere lo stato di diritto democratico contro questa offensiva golpista, saremo pronti a difendere la volontà sovrana delle urne attraverso la nostra azione nei movimenti sociali, sapendo che la mobilitazione popolare è fondamentale per fermare l’estrema destra”[1] – ha dichiarato il comunicato stampa del PSOL.

Nella conferenza stampa sui fatti di Brasilia di domenica il presidente Lula attribuisce subito le colpe: “Avete sicuramente seguito la barbarie avvenuta oggi (domenica, ndr) a Brasilia.  Quelle persone che chiamiamo fascisti e che sono la cosa più abominevole della politica, hanno invaso il Palazzo e il Congresso.  Pensiamo che ci sia stata una carenza nella sicurezza. (…) Scopriremo chi sono i finanziatori di coloro che oggi sono andati a Brasilia, e pagheranno tutti secondo la forza della legge. Hanno approfittato del silenzio della domenica, per fare quello che hanno fatto, mentre noi stiamo facendo il nuovo governo. E sapete bene che ci sono diversi discorsi dell’ex presidente che incoraggiano tutto ciò.  Questi fatti sono anche responsabilità sua e dei partiti che lo hanno sostenuto. È la polizia del Distretto Federale (Brasilia) che deve badare alla sicurezza nel Distretto Federale e non l’ha fatto.  Per incompetenza e malafede delle persone che si occupano della sicurezza del Distretto Federale”[2].

La citazione va oltre al fallimento totale della protezione dei palazzi pubblici, a varie immagini in cui si vedono poliziotti fraternizzare con i bolsonaristi scattando selfie, o accompagnando con le auto la loro marcia fino alla Spianata dei Ministeri e addirittura un’auto della polizia con la bandiera del Brasile fuori dal finestrino passare in segno di solidarietà in mezzo ai manifestanti che applaudono.

A denunciare il tentato golpe fascista anche il popolo indigeno dei Abya Yala, che precedentemente ha criticato alcune politiche troppo blande di Lula: “Quando gli organi della dittatura globale dei media occidentali (CNN, Reuters, AFP, The Guardian, ecc.) gridano all’unisono che quello che è successo oggi in Brasile contro il governo Lula è un tentativo di “colpo di stato”, quando sono stati invariabilmente silenziosi prima (o hanno attivamente promosso) innumerevoli colpi di Stato che hanno avuto luogo nella nostra regione negli ultimi decenni, dal Venezuela (2002) alla Bolivia (2019), dobbiamo far scattare tutti gli allarmi. Questi media non hanno mai fermato un colpo di Stato nell’Abya Ayala, lo hanno sempre promosso. Lula ha dovuto fare molte concessioni alle potenze globaliste che sono negli Stati Uniti e in Europa per arrivare al potere, ma l’Occidente non ha alleati, solo interessi. Bolsonaro è in “vacanza” negli Usa, alibi che gli permette di destabilizzare impunemente il Brasile. (…) L’impero non è diviso tra “reazionari” e “progressisti”. L’impero è governato dal “Manifest Destiny”, dalla Dottrina Monroe e dai testi “sacri” dell’inno nazionale degli Stati Uniti, che parlano solo di seminare morte e distruzione contro i nemici immaginari dell’America. L’avvertimento che diamo è che gli Stati Uniti e la NATO potrebbero preparare il terreno per un’occupazione di importanti settori dell’Amazzonia con il pretesto che il Brasile è un “paese ingovernabile”. L’Amazzonia è strategica per l’umanità, non solo per il suo bilancio idrico e di carbonio, ma anche per la sua biodiversità. Spiritualmente, l’occupazione militare dell’Amazzonia significherebbe una ferita molto grave per i popoli originari di Abya Yala”.

In tutto ciò, fortunatamente, mentre i “qanonisti” (QAnon, organizzazione fake statunitense gestita dalla CIA, ndr) sui canali social parlavano di “rivoluzione in atto contro Lula assassino” come se i manifestanti d’estrema destra avessero già preso il potere, il tentato golpe è stato sventato.

Per mobilitarsi in difesa della democrazia e in segno di rifiuto degli attacchi compiuti da gruppi filo-bolsonari, diverse organizzazioni sociali in Brasile sono scese in piazza oggi e a darne notizia è Telesur e Granma[3].

Su Twitter, l’Unione Nazionale degli Studenti ha condiviso diverse immagini degli atti in difesa della democrazia che hanno avuto luogo in varie parti del Paese, come Manaus, Alagoas, Pernambuco, Avenida Paulista a San Paolo, Brasilia, tra gli altri. I media riportano che l’appello è stato lanciato da movimenti popolari e sindacati di diverse aree, che hanno gridato slogan come “nessuna amnistia per i fascisti”, in riferimento alle persone che hanno assaltato le sedi del Palazzo Planalto (sede dell’Esecutivo), del Congresso e del Supremo Tribunale Federale (STF) a Brasilia (capitale). Altri appelli, come “basta con gli attacchi alla democrazia”, sono stati lanciati dall’Unione Nazionale degli Studenti.

Sindacati, organizzazioni sociali e imprenditoriali e organizzazioni per i diritti umani si sono riuniti presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di San Paolo per esprimere il loro ripudio delle azioni volte a minare la democrazia nel Paese. Questo è stato anche il caso del Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST), che ha condiviso le immagini degli atti compiuti in questo giorno per chiedere che gli autori si assumano le loro responsabilità.


[1] https://anticapitalista.org/2023/01/09/brasile-fermare-loffensiva-golpista/

[2] Fonti del post: https://fb.watch/hXmjMeexjO/ , https://twitter.com/LulaOficial/status/1612191803901444098?t=O1-AlIldGQAN2CKQXr02GA&s=19

[3] https://www.granma.cu/mundo/2023-01-10/se-movilizan-las-organizaciones-en-defensa-de-la-democracia-en-brasil