
Presstv.ir. Il gruppo di potenze economiche emergenti BRICS è un’alleanza formata inizialmente nel 2006 da Russia, Cina, India e Brasile, a cui si è aggiunto quattro anni dopo il Sudafrica.
Rappresentano il 40% della popolazione mondiale e un quarto dell’economia globale e le nazioni che ne fanno parte sono alla ricerca di un ordine mondiale multipolare in cui nessuna singola potenza abbia il dominio sopra le altre.
Negli ultimi anni, i BRICS hanno sfidato alcuni degli elementi chiave dell’unilateralismo statunitense. Più di recente i membri hanno discusso a lungo a proposito della loro espansione, che contribuirebbe a farli emergere come contrappeso alle coalizioni occidentali (come il G7).
Durante il vertice tenutosi quest’anno, i Paesi membri hanno compiuto alcuni passi concreti per raggiungere questo obiettivo, accogliendo come nuovi membri, tra gli altri, l’Iran e l’Arabia Saudita, due dei maggiori produttori di petrolio al mondo.
L’acronimo era originariamente BRIC, le lettere iniziali di Brasile, Russia, India e Cina. È stato coniato nel 2001 da Jim O’Neill, un analista di Goldman Sachs che ha redatto un documento riguardante le economie emergenti.
Jim O’Neill affermò all’epoca che il gruppo BRIC aveva una crescita del PIL superiore a quella dei Paesi del G7.
Questa idea ha preso vita nel 2006, quando il quartetto ha costituito un gruppo informale di alleati per contribuire all’economia mondiale ed ottenere un ruolo maggiore nel mercato globale, allora dominato dagli Stati Uniti. Nel 2010 si è unito anche il Sudafrica e l’acronimo è diventato BRICS.
Il gruppo si è posto come obiettivo quello di rimodellare il panorama politico-economico mondiale. Per raggiungere questo obiettivo, dispone di diverse istituzioni come il Business Council, il Contingent Reserve Arrangement (CRA), che fornisce un supporto di liquidità a breve termine, e la New Development Bank, che sostiene i progetti di sviluppo dei BRICS e si propone come alternativa alla Banca Mondiale di Washington.
Il G7, composto da Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Giappone, era solito avere il controllo dell’economia globale e della sua gestione. Ma l’ascesa dei BRICS e il rapido sviluppo economico delle nazioni che ne fanno parte sono sulla buona strada per riuscire a scardinare questo dominio.
Nel 2020, i cinque Paesi BRICS sono riusciti a superare il G7 in termini di PIL complessivo. Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), alla fine del 2023 l’alleanza rappresenterà complessivamente il 32% del PIL globale, rispetto al 16,9% del 1995 e superando la quota del G7, pari al 29,9%.
I BRICS rappresentano il 41% della popolazione mondiale, oltre il 32% del Prodotto Interno Lordo globale e il 60% del commercio mondiale.
Gli osservatori ritengono che la straordinaria posizione del gruppo sul palcoscenico economico mondiale gli può conferire un grande potere contrattuale se i Paesi membri agiscono insieme, cosa che sembra stiano facendo sempre più spesso.
Nel frattempo, è cresciuto l’interesse ad aderire al blocco, che rappresenta già un vasto blocco sia territoriale che demografico.
Al vertice di quest’anno, i membri dei BRICS hanno allargato la famiglia. Il blocco ha deciso di ammettere Iran, Arabia Saudita, Etiopia, Egitto, Argentina ed Emirati Arabi Uniti.
L’Iran, che possiede anche le seconde riserve di gas al mondo, aveva annunciato a giugno la possibilità di unirsi ai BRICS nell’ambito dell’impegno di Teheran per rafforzare i legami economici e politici con i Paesi vicini e gli alleati non occidentali.
Si dice che ben 40 Stati siano interessati all’adesione al gruppo.
Se il BRICS accetterà altri Stati, come Cuba e Venezuela, oltre all’Iran, probabilmente rafforzerà la sua posizione anti-statunitense, soprattutto in un momento in cui sta portando avanti una campagna per liberare il mondo dallo strumento delle sanzioni statunitensi, che gli USA hanno esercitato per troppo tempo contro altri Paesi.
Tuttavia, ci sono disaccordi tra i Paesi membri su come espandere il blocco e su come procedere. Resta ora da vedere quale sarà la linea d’azione per realizzare il sogno di un mondo multipolare con un’economia diversificata.
Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi