Brigate al-Aqsa pronte a unire le forze

Brigate al-Aqsa - Agenzia stampa Palestine Press

Imemc e agenzie. Le brigate al-Aqsa, braccio armato del movimento di Fatah, hanno affermato che tutte le loro divisioni militari verrano riunite in un solo organismo, aggiungendo che i lavori per questa riunificazione sono ormai conclusi, e che mancano soltanto gli ultimi ritocchi all’accordo. Un annuncio ufficiale verrà emesso nelle prossime settimane.

L’agenzia stampa Pal Press ha infatti riportato le parole di Abu Muhammad, portavoce media delle brigate al-Aqsa, divisione del martire ‘Imad al-‘Amudi, il quale ha spiegato che la riunificazione includerà tutte le forze operanti nelle diverse aree di Cisgiordania e Striscia di Gaza, ponendole sotto la guida di un unico consiglio militare.

Tutti gli ostacoli al processo di unificazione sono stati superati, ha aggiunto Abu Muhammad, e tutte le formazioni militari lo hanno approvato.

Alle voci che ritengono l’Iran e il partito libanese di Hezbollah responsabili di finanziare le brigate, Abu Muhammad ha risposto che “le brigate non possono confermare o smentire queste voci, e manterranno sempre l’anonimità delle loro fonti di finanziamento”.

Ha poi proseguito dicendo che le trattative per la riunificazione erano cominciate più di trenta mesi fa, e che tutti i leader – inclusi quelli politici – sono favorevoli a questa scelta e decisi ad assicurarne il buon esito, dal momento che le brigate formano la spina dorsale del movimento di Fatah.

In passato, il londinese Middle East Newspaper aveva riportato che le brigate al-Aqsa avevano conosciuto delle spaccature in diversi rami a causa di alcuni recenti diverbi, e che alcuni di questi rami stavano ricevendo del sostegno economico da parte dell’Iran e di Hezbollah.

Il giornale aveva aggiunto che si trattava di veri e propri scismi creatisi all’interno delle principali divisioni militari, che uno degli ufficiali delle brigate Ayman Juda aveva formato a sua volta un nuovo gruppo separato sotto il nome di “brigate ‘Abd al-Qader al-Husayni”, e che con esso stava cercando di reclutare decine di cecchini provenienti da altre formazioni.

Dall’altra parte, tuttavia, i membri di Fatah nella Striscia di Gaza hanno descritto l’articolo del Middle East Newspaper come un “prodotto dell’immaginazione, che ha il solo obiettivo di pubblicare grandi titoli in prima pagina”, aggiungendo che “i bracci armati di Fatah a Gaza sono stati disarmati e le loro armi confiscate dalle forze di sicurezza locali controllate da Hamas”.

I funzionari del movimento di ‘Abbas hanno però precisato che l’ideologia della lotta armata esiste e si basa ancora sulla liberazione della Palestina con la resistenza armata, e che i militanti, pur non avendo sufficiente fiducia nelle prospettive del processo di pace, restano comunque fedeli all’approccio politico e all’agenda di Fatah, che è favorevole alle trattative di pace a condizione che Israele si astenga dalle sue violazioni.

È effettivamente vero che gli uomini delle divisioni paramilitari di Gaza sono minacciate di arresto da parte delle forze di sicurezza locali di Hamas, e che decine di loro sono stati realmente arrestati e imprigionati. La maggior parte di loro opera oggi in maniera discreta per evitare scontri con il movimento islamico, nonostante l’obiettivo principale di tutti, messe da parte le divergenze, sia combattere l’occupazione israeliana della Palestina.