B’Tselem denuncia i maltrattamenti subiti dagli operai palestinesi clandestini in Israele. ‘La potenza occupante ha il dovere di provvedere al benessere della popolazione occupata’.

Il Centro di informazione per i diritti umani nei territori occupati, B’Tselem, oggi ha sollecitato il governo di Ehud Olmert a concedere più permessi di lavoro in Israele ai palestinesi disoccupati dalla Cisgiordania.

In un comunicato stampa, l’organizazione israeliana ha divulgato il rapporto intitolato “Oltre i limiti legali”. Il testo denuncia i maltrattamenti a cui sono sottomessi i lavoratori palestinesi illegali da parte degli organi di sicurezza israeliani, e le cause che portano gli operai a entrare illegalmente in territorio israeliano.

Secondo quanto riferito da B’Tselem, gli organi di sicurezza israeliani non rispettano i diritti umani di migliaia di lavoratori clandestini palestinesi, che arrivano in Israele a causa delle dure condizioni economiche in Cisgiordania.

Il rapporto include decine di casi in cui poliziotti e soldati picchiano i palestinesi sorpresi a lavorare in Israele senza i necessari permessi. Le autorità israeliane, sottolinea B’Tselem, hanno condannato questi abusi, ma non hanno preso alcuna misura per impedire che vengano compiuti.

La Ong israeliana raccomanda l’adozione di diverse misure legali per evitare gli abusi da parte degli apparati di sicurezza. Senza una soluzione per risolvere i problemi economici, evidenzia, i palestinesi continuerano a entrare illegalmente in territorio israeliano.

Secondo la legislazione internazionale, Israele, che occupa la Cisgiordania dal luglio del 1967, ha l’obbligo, come potenza occupante, di provvedere al benessere sociale della popolazione locale. Così, conclude B’Tselem, deve creare posti di lavoro nei territori palestinesi.

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