B’Tselem documenta omicidio di un paramedico a Gaza

MEMO. Il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem ha pubblicato i risultati delle sue indagini sull’uccisione di un paramedico palestinese, il 10 agosto, effettuata da cecchini israeliani. L’ONG continua a documentare la repressione contro le proteste della “Grande Marcia del Ritorno”.

In una protesta a est di Rafah, le forze israeliane hanno ucciso tre residenti locali con munizioni letali: Ahmad Abu Luli, 30 anni, che è stato colpito all’anca; ‘Abdallah Qutati, 22 anni, un paramedico che è stato colpito al petto; e ‘Ali Al-‘Alul, 54 anni, anche lui colpito al torace.

Secondo i testimoni oculari intervistati da B’Tselem, Qutati stava lavorando con altri paramedici vicino alla recinzione perimetrale quando è stato colpito. Mentre lo stavano evacuando, i soldati israeliani hanno continuato a sparare, e quelli che lo lo stavano trasportando hanno letteralmente “corso verso l’ambulanza sotto una pioggia di proiettili”.

Raed Al-Sharif, 19 anni, un paramedico che era in piedi accanto a Qutati quando è stato colpito, ha dichiarato: “I miei colleghi ed io ci rechiamo nell’area vicino al confine orientale di Gaza come paramedici volontari. Perché l’esercito israeliano ci fa del male? Siamo lì in uniforme bianca, con emblema del ministero della Sanità e con la tessera (di riconoscimento appesa al collo, ndr). È chiaro che non stiamo mettendo in pericolo l’esercito. Tutto quello che ho tra le mani è il kit di pronto soccorso. Siamo qui per aiutare i feriti e nient’altro!”

Traduzione per InfoPal di F.H.L.