B’Tselem e Gisha: revocare le restrizioni imposte sui pescatori di Gaza

An-Nasira (Nazareth) – InfoPal. Due organizzazioni israeliane per i diritti umani hanno esortato il governo di Tel Aviv a revocare le limitazioni imposte recentemente sulle attività di pesca nel mare di Gaza.

In un comunicato stampa, le due organizzazioni, B’Tselem e Gisha, hanno definito la decisione delle autorità israeliane di ridurre lo spazio marittimo per la pesca nel mare di Gaza, da sei a tre miglia nautiche, una “punizione collettiva”.

Le due organizzazioni hanno invitato le autorità israeliane a revocare l’ultima decisione e rimuovere le restrizioni imposte sui pescatori palestinesi della Striscia di Gaza, consentendo loro di pescare all’interno delle 20 miglia nautiche, concesse in seguito agli accordi di Oslo.

In una lettera indirizzata al ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon, il direttore dell’organizzazione Gisha, Sari Bashi, ha affermato: “Sembra che Israele stesse perseguendo, apertamente, una nuova politica contro la Striscia di Gaza, basata sulle limitazione al movimento dei civili da e per territorio palestinese, senza che ce ne fosse la necessità, dovuta alla questione della sicurezza. Invece, si tratta di una mossa punitiva contro la popolazione civile palestinese”.

Giovedì scorso, le autorità di occupazione avevano annunciato la loro decisione di ridurre lo spazio marittimo per la pesca nel mare di Gaza da sei miglia a tre miglia nautiche, con il pretesto che i palestinesi sfruttano tale spazio per lanciare razzi contro gli insediamenti israeliani nel sud dei territori del ’48. Israele ha inoltre chiuso il valico commerciale di Karm Abu Salem, e imposto restrizioni sulla circolazione delle persone in uscita dalla Striscia di Gaza.