B’Tselem: la narrazione israeliana sull’omicidio di Shireen Abu Aqleh è falsa

Gerusalemme /al-Quds – MEMO. La narrazione dell’esercito israeliano sull’uccisione della giornalista Shireen Abu Aqleh è “falsa”, secondo quanto affermato mercoledì dal Centro d’informazione israeliano per i diritti umani nei territori occupati (B’Tselem).

“Questa mattina, il ricercatore sul campo di B’Tselem a Jenin ha documentato i luoghi esatti in cui avrebbe sparato l’uomo armato palestinese, ripreso in un video distribuito dall’esercito israeliano, così come il luogo esatto in cui è stata uccisa la giornalista Shireen Abu Aqleh”, ha affermato B’Tselem in un tweet.

B’Tselem ha sottolineato che “la documentazione degli spari [partiti dai] palestinesi e diffusa dall’esercito israeliano non può essere quella che ha ucciso la giornalista Shireen Abu Aqleh”.

Il portavoce di B’Tselem, Karim Jobran, ha dichiarato ad Anadolu che il luogo apparso nel video divulgato dai funzionari israeliani è lontano dal luogo in cui è stata uccisa Abu Aqleh.

Jobran ha detto che B’Tselem ha svolto un’indagine iniziale e presto ne condurrà una approfondita.

“Le informazioni che abbiamo – ha aggiunto -, dimostrano che la narrazione dell’esercito israeliano non è vera”.

“Nessuno dovrebbe credere alle promesse israeliane di indagare […] su ciò che è accaduto, perché la promessa delle indagini non è altro che il primo passo per il whitewashing organizzato da Israele”, ha affermato Hagai el-Ad, direttore esecutivo di B’Tselem.

“Israele non è in grado e non vuole condurre tali indagini che aprono le porte alla responsabilità legale internazionale”.

Mercoledì, Israele ha assassinato la giornalista di Al-Jazeera Shireen Abu Aqleh mentre copriva l’assalto dell’esercito d’occupazione al campo profughi di Jenin. Abu Aqleh indossava un giubbotto antiproiettile che mostrava chiaramente la parola “PRESS” (stampa, in inglese), ed indossava un casco. Tuttavia, un proiettile sparato da un cecchino l’ha colpita alla testa, passando dall’orecchio, uccidendola. Anche i colleghi intorno a lei sono stati feriti a colpi d’arma da fuoco quando hanno cercato di aiutarla.

Le Nazioni Unite, gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’UE hanno chiesto un’indagine approfondita sulla morte della 51enne.