'Bush non è il benvenuto': le reazioni palestinesi all'imminente visita del presidente Usa.

Gaza – Infopal

Mentre la dirigenza dell’Anp di Ramallah attende l’arrivo del presidente Usa George W. Bush, in Palestina, le reazioni della popolazioni oscillano tra la disillusione e il rifiuto vero e proprio.

Intanto, questa mattina, gli elicotteri militari e le forze di sicurezza statunitensi sono atterrate a Ramallah.

Le reazioni e i commenti di Hamas e Jihad islamico: 

Abu Zuhri: "Hamas rifiuta la visita di Bush. Non è il benvenuto".

Il movimento di Hamas ha espresso la propria disapprovazione nei confronti della visita del presidente americano George Bush, prevista per il 10 gennaio. Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas, ha riferito che “la visita di Bush non è gradita, serve solo a garantire il sostegno politico e morale all’occupazione e a Olmert, e a rafforzare le spaccature e la divergenza politica interna dei palestinesi”.

Abu Zuhri ha chiarito che la visita è “una festa per scattare delle foto ricordo prima che Bush lasci la Casa Bianca”, e che Hamas e il popolo palestinese non si attendono nulla da essa, vista la politica americana totalmente a favore d’Israele.

Ha quindi immaginato che Bush rilascerà diversi messaggi, il primo dei quali "sarà confermare il sostegno americano a Israele e l’appoggio all’Anp nella sua lotta contro Hamas, la quale rappresenterebbe un tentativo di assorbire la rabbia delle nazioni araba ed islamica seguita alla conferenza di Annapolis e provocata dai crimini israeliani". Ha infine aggiunto: “Bush vuole sventolare le banconote americane per narcotizzare l’opinione pubblica palestinese, araba e islamica”. 

Jihad Islamico: "La visita di Bush accrescerà le divisioni e garantirà la copertura delle aggressioni israeliane"

Khader Habib, dirigente del Jihad Islamico, ha confermato che “Bush è un ospite pesante nei territori palestinesi”, aggiungendo che “la visita non è per nulla a vantaggio del nostro popolo” e definendo Bush “un capo dei criminali” del mondo. Ha poi chiarito che l’amministrazione americana si rende complice dell’occupazione israeliana nelle violenze contro i palestinesi garantendone la copertura e la fornitura dei mezzi di uccisione e di aggressione.

Ha inoltre affermato che Bush vuole assicurarsi che ciò che è stato concordato ad Annapolis e che avverrà in futuro vada tutto secondo i suoi piani, e ha aggiunto: “Durante la sua visita, vuole confermare il proseguimento delle trattative tra l’occupazione e l’Anp e spingere le due parti a rispettare la Road Map, in particolare la parte palestinese, che si sta impegnando a fondo nel realizzare la prima fase del piano rinchiudendo i mujahidin nelle proprie prigioni”.

Per quanto riguarda le promesse del presidente americano sulla creazione di uno Stato palestinese prima della fine del suo mandato, che scadrà alla fine di quest’anno, Habib ha dichiarato: “In precedenza abbiamo ascoltato molte promesse da parte dell’amministrazione americana: nulla è mai stato realizzato, e si agisce sempre in senso contrario agli interessi del popolo palestinese”. E ha proseguito dicendo: “Crediamo che Bush tenti di illudere i palestinesi con promesse che egli stesso non è in grado di mantenere”.

 

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