Campagna di solidarietà con i prigionieri: i bambini di Nablus scrivono lettere ai detenuti

Ramallah – InfoPal. Il ministero dei Prigionieri dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha lanciato una campagna di solidarietà con i detenuti coinvolgendo le realtà popolari palestinesi.

A disegnare dei messaggi per i prigionieri sono stati coinvolti anche bambini tra i 3 e i 5 anni, che ancora non sono in grado di scrivere ma che attraverso i disegni hanno espresso sentimenti che vanno ben oltre le parole.

Ghassan ash-Shaka', membro dell'Organizzazione di liberazione della Palestina (Olp), ha salutato i bambini, accolto da Samer Samarou, responsabile del ministero a Nablus.

Nella lettera di un bambino si legge: “Vi amiamo molto e questa lettera è per voi”.

“Parole semplici, ma cariche di significato quale: finché ci sarà una sola donna palestinese, madre di un prigioniero, nessuno potrà dirsi libero”, ha aggiunto ash-Shaka', che ha voluto precisare che le frasi dei bambini contengono un messaggio per il futuro del popolo palestinese.

Alla visita di ash-Shaka' era presente pure Saher al-'Akkub, direttore per l'istruzione e l'educazione a Nablus, che si è detto convinto che questo gesto popolare è nulla in confronto allo stato in cui vertono i prigionieri, mentre Wafa' 'Ashour, direttrice dell'asilo, ha tenuto a precisare che la campagna si colloca tra gli sforzi compiuti a scuola affinché anche ai bambini sia trasmessa una memoria sui prigionieri palestinesi.

A conferma delle affermazioni della direttrice, Samarou ha ricordato come la campagna si estende a livello popolare a tutte le categorie e realtà palestinesi, a dimostrazione del sostegno nazionale alla loro lotta condotta all'interno delle prigioni.

Fayyez 'Arafat, direttore del centro culturale Jaffa nel campo profughi di Balata (Nablus) e parte attiva della campagna del ministero, ha citato la legislazione internazionale a tutela di detenuti e prigionieri palestinesi e ha rimarcato il sostegno generale ricevuto – a livello individuale e collettivo (bambini, studenti e università, scuole) – a conferma della serietà del problema vissuto dalla leadership e dal popolo.

(Fonte: ministero dei Prigionieri palestinesi)

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