Canadesi affrontano due mesi di carcere in Israele senza processo

 

Riceviamo da Greta Berlin, Free Gaza movement, e pubblichiamo.

Martedì 8 novembre, alcuni attivisti della Freedom Waves to Gaza detenuti in Israele – tra cui i canadesi David Heap e Ehab Lotayef – sono stati davanti al giudice, dove è stato loro detto che potrebbero essere tenuti in prigione per due mesi senza imputazione né processo.

Per evitare ciò, ha detto loro il giudice, devono firmare una dichiarazione che afferma che sono entrati in Israele “volontariamente” e “illegalmente”, nonostante siano stati rapiti in modo violento da acque internazionali e portati in Israele contro la loro volontà mentre cercavano di raggiungere Gaza. Mentre una manciata di partecipanti alla Freedom Waves to Gaza sono stati deportati – inclusa la canadese Karen DeVito – 18 attivisti e giornalisti sono attualmente nelle prigioni israeliane da 5 giorni senza che se ne prospetti la fine. DeVito è disponibile per le interviste.

L’esercito israeliano ha dirottato con la forza le navi Tahrir e MV Saoirse su cui viaggiavano attivisti e giornalisti come parte dell’iniziativa Freedom Waves e le ha condotte al porto di Ashdod in Israele.

La giornalista americana Jihan Hafiz era sulla nave canadese Tahrir, ed era tra le persone detenute da Israele nonostante le sue credenziali di giornalista. Le autorità israeliane hanno ordinato a lei e agli altri di non parlare di “niente di negativo o di politico” durante le loro brevi telefonate a casa dalla detenzione israeliana. Questa censura spiega come mai alcuni dettagli stanno venendo a galla solo adesso. Hafiz ha riportato martedì l’esperienza vissuta durante la presa di controllo israeliana delle navi canadese e irlandese:

“C’erano tre navi da guerra […] quattro Zodiac, quattro barche con idranti e quattro cannoniere regolari. Tutti i commando su tutte le navi erano fortemente armati. Sembrava che avessero a che fare con l’esercito di un paese straniero”.

Ha aggiunto: “Due idranti hanno iniziato a rovesciare sulla nave irlandese un sacco di acqua, che l’ha allagata, ha fatto saltare le prese elettriche e ha tagliato l’elettricità. A quel punto i delegati irlandesi a cui ho parlato hanno detto all’esercito israeliano, “Stiamo imbarcando acqua. Stiamo affondando. Andremo giù nel mare se continuate con l’acqua”.

Hafiz ha continuato a descrivere il violento dirottamento durante il quale pistole sono state puntate alla testa dei passeggeri delle navi, come sono stati maltrattati, pestati, perquisiti e filmati nudi. Racconta anche di come l’attrezzatura dei giornalisti è stata confiscata, nel tentativo di zittire qualsiasi testimonianza che possa contraddire lo sterilizzato resoconto israeliano di quanto è accaduto durante il dirottamento della Tahrir e della MV Saoirse.

Qui è disponibile l’intera video intervista con trascrizione:

http://www.democracynow.org/2011/11/8/israel_deports_democracy_now_correspondent_jihan

“I nostro amici sono stati aggrediti, torturati con il taser, colpiti, rapiti, derubati ed imprigionati. Ora Israele sta minacciando di detenerli illegalmente per due mesi. Cos’altro deve accadere perché il governo canadese faccia qualcosa di fronte ad un altro paese che rapisce cittadini canadesi e rifiuta di lasciarli andare?” chiede Wendy Goldsmith, un’organizzatrice della nave canadese per Gaza.

“Siamo delusi, ma non sorpresi, dall’inattività di Baird e Harper” ha detto l’organizzatore della nave canadese per Gaza Dylan Penner. “Fallendo nel denunciare apertamente il blocco israeliano di Gaza, il governo canadese sta condonando il disprezzo israeliano verso i diritti umani dei cittadini di Gaza e dandogli l’impunità nel suo rifiuto di rispettare gli obblighi internazionali. È proprio questo silenzio che costringe i cittadini dotati di una coscienza, come David e Ehab, ad agire laddove il nostro governo si è costantemente tirato indietro”.

Gli organizzatori della nave canadese per Gaza stanno chiedendo che il ministro degli affari esteri John Baird si dimetta per aver fallito nella sua missione che è quella di ergersi in difesa degli interessi dei canadesi.

Per seguire gli aggiornamenti, collegatevi a: Twitter (@CanadaBoatGaza and #freedomwaves), Facebook.com/CanadaBoatGaza, tahrir.ca, ustogaza.org, freegazaoz.org, irishshiptogaza.org e witnessgaza.com

Traduzione per InfoPal a cura di Giulia Sola

 

 

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