Carter: ‘Hamas accoglie proposta di stato palestinese entro i confini del ’67 se approvata da referendum popolare’. Ma Abu Zuhri rettifica.

Dal nostro corrispondente

Tel Aviv

A poche ore dalla dichiarazione dell’ex presidente americano Jimmy Carter sulla disponibilità di Hamas ad accogliere un accordo di pace mediato dal presidente Mahmoud Abbas, nel caso in cui i palestinesi, attraverso un referendum, si fossero espressi a favore, il movimento islamico ha fatto sapere di "non essere costretto a accettare i risultati del referendum che riguardano la pace con Israele".

In una dichiarazione stampa, Sami Abu Zuhri, portavoce del movimento di Hamas nella Striscia di Gaza, ha affermato che le dichiarazioni di Carter "non significano che Hamas accetterà i risultati del referendum".

L’ex presidente statunitense Jimmy Carter oggi ha dichiarato che Hamas ha accolto la proposta di uno stato palestinese entro i confini del 1967 se accettata dai palestinesi attraverso un referendum.

Tuttavia, Hamas ha aggiunto che è necessaria una riconciliazione nazionale con Fatah prima di indire il referendum. Carter ha spiegato che ciò significa che il movimento islamico non minerà gli sforzi del presidente palestinese Mahmoud Abbas per negoziare un accordo con Israele e che accetterà ogni trattato se avallato dalla popolazione palestinese.

Parlando durante una conferenza stampa all’hotel King David di Gerusalemme, Carter ha difeso il suo incontro controverso con il capo dell’ufficio politico di Hamas, Khaled Masha’l, a Damasco: "Non siamo qui come negoziatori o mediatori. Non ne abbiamo l’autorità. Siamo qui per imparare. Crediamo che il problema non derivi dal fatto che io incontri Hamas in Siria, ma che gli Usa rifiutano di incontrare le persone coinvolte".

Ha spiegato inoltre che il processo di pace ha raggiunto un punto morto da quando gli Usa hanno sponsorizzato la conferenza di Annapolis, a novembre.

"C’è un sentimento generale, quasi unanime, secondo cui nessun progresso sia stato compiuto dai colloqui di pace di Annapolis. Da Annapolis le cose sono regredite con il rafforzamento della morsa intorno a Gaza, più insediamenti costruiti e posti di blocco elevati", ha affermato.

Carter ha confermato che i negoziati tra Israele e Hamas sono in corso, nonostante Israele lo neghi. "E’ risaputo che ci sono colloqui diretti tra Israele e Hamas con l’Egitto come intermediario".

"Non credo che la pace sia possibile senza che Hamas e la Siria siano incluse nella strategia, perché la loro esclusione inasprisce il ciclo di violenza, incomprensione e animosità".

Carter ha sottolineato i punti discussi con Mash’al. Egli ha proposto un cessate il fuoco unilaterale per un periodo di 30 giorni, ma è stato rifiutato da Hamas, che ha affermato di non avere fiducia che Israele cessi le aggressioni contro la Cisgiordania e  Gaza.

Ha aggiunto di aver parlato di "un rapido scambio di prigioneri" con un veloce trasferimento del soldato israeliano catturato, Gilad Shalit, ma si è "dispiaciuto" che Hamas abbia rifiutato questa proposta. Con la proposta di Carter, 41 leader di Hamas e 10 ministri e tutte le donne e i minori attualmente rinchiusi nelle prigioni israeliane sarebbero liberati in cambio di Shalit.

Ha proposto la riapertura del valico di Rafah, che Hamas ha accettato con la promessa che gli osservatori europei siano autorizzati a rimanere.

Carter ha detto ai giornalisti che Hamas è pronto a negoziare un governo di consenso nazionale con una forza di sicurezza unificata per Cisgiordania e Gaza. E che l’esecutivo sarebbe composto da professionisti non-politici fino alle elezioni. I rappresentanti di Hamas sarebbero rimossi dal governo fino a quella data.

Carter ha aggiunto che Hamas ha accettato di permettere a Shalit di mandare una lettera alla sua famiglia come segno di buona fede. E’ anche d’accordo che il soldato venga trasferito in Egitto come prima fase dello scambio di prigionieri, in attesa in un accordo finale.

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