New York-PIC. Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha annunciato che il suo Paese è determinato a portare avanti il caso di genocidio contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia (ICJ), sottolineando che il mese prossimo saranno presentate ulteriori prove. Il Sud Africa ha presentato la causa lo scorso dicembre, sostenendo che la guerra israeliana contro Gaza viola la Convenzione delle Nazioni Unite del 1948 sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio. Israele ha negato questa accusa.
Venerdì Ramaphosa, interpellato sul caso, ha dichiarato ai giornalisti: “Siamo testardi”, affermando la sua determinazione ‘ad andare avanti con il nostro caso’. Il mese prossimo il Sud Africa presenterà alla Corte una dichiarazione dei fatti e delle prove a sostegno del suo caso, e il presidente Ramaphosa ha indicato che sono in corso i preparativi per un volume massiccio di centinaia e centinaia di pagine.
Abbiamo continuato a dire che il genocidio deve cessare, che deve esserci un cessate il fuoco e che, allo stesso modo, devono essere rilasciati gli ostaggi”.
Diversi Paesi, tra cui Colombia, Libia, Messico, Spagna, Turchia e recentemente il Cile, si sono uniti al Sud Africa.
Hamas accoglie la richiesta del Cile di unirsi alla causa del Sud Africa contro il genocidio di Israele.
Nel frattempo, il Movimento di resistenza islamica, Hamas, ha accolto con favore la richiesta della Repubblica del Cile all’ICJ “di unirsi alla causa intentata dalla Repubblica del Sud Africa contro l’entità sionista, che sta commettendo un brutale genocidio contro il nostro popolo palestinese”. Il Movimento ha dichiarato in un comunicato stampa che “questo passo riafferma le posizioni umanitarie del Cile, il suo allineamento con i valori della giustizia e il suo rifiuto delle palesi violazioni del diritto internazionale, nonché di ciò che il nostro popolo sta affrontando a Gaza per mano del regime sionista estremista e fascista”.
Hamas ha apprezzato la posizione di sostegno del presidente cileno Gabriel Boric nei confronti dei diritti del popolo palestinese e della sua lotta per la libertà e l’autodeterminazione per la creazione di uno Stato. Il Movimento ha invitato tutti i Paesi del mondo “ad unirsi al caso di genocidio contro l’entità sionista presso la Corte internazionale di giustizia, ad intensificare tutte le forme di pressione su di essa per fermare la sua brutale guerra contro il nostro popolo palestinese e per impedire ai suoi leader di sfuggire alla punizione per i loro crimini contro l’umanità”.
Un telegramma del ministero degli Esteri israeliano, i cui dettagli sono stati pubblicati dal sito web americano Axios, ha rivelato all’inizio del mese che Israele stava facendo pressioni sui membri del Congresso degli Stati Uniti perché facessero pressione sullo Stato africano affinché abbandonasse il suo caso presso la Corte internazionale di giustizia.
Secondo il sito, lunedì scorso il ministero degli Esteri israeliano ha inviato un telegramma confidenziale all’ambasciata israeliana a Washington e a tutti i consolati israeliani negli Stati Uniti in merito alla causa intentata dal Sud Africa presso la Corte internazionale di giustizia. Il sito ha citato funzionari israeliani che hanno affermato di volere che i membri del Congresso chiariscano al Sud Africa che ci saranno conseguenze se continuerà a portare avanti il caso.
I funzionari hanno dichiarato che Tel Aviv spera che il nuovo governo di coalizione in Sud Africa adotti un approccio diverso nei confronti di Israele e della guerra a Gaza.
Lo Stato africano ha tempo fino al 28 ottobre per presentare le proprie argomentazioni alla più alta corte delle Nazioni Unite per continuare la causa contro Israele in merito alle violazioni della Convenzione sul genocidio durante la guerra a Gaza.
La Corte internazionale di giustizia non ha ancora avviato discussioni sostanziali sulle accuse di genocidio del Sud Africa, ma si prevede che lo farà nei prossimi mesi.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.