C’è qualcosa di marcio nel mondo “pro-Palestina”?

img45763_0_0“C’è qualcosa di marcio in Danimarca”. La citazione è dall’Amleto di Shakespeare, ma ben si adatta ai giorni nostri e anche alla Questione Palestinese.

La nostra agenzia stampa nacque quasi nove anni fa, per volontà delle comunità islamiche palestinesi in Italia. Da allora ha svolto un lavoro di informazione sulla Palestina unico in Italia, con coraggio, tra mille attacchi e persecuzioni, non solo della “Israeli Lobby”, ma anche di “forze amiche”. In tanti hanno tentato di farci chiudere, perdendo ogni volta la battaglia. Tuttavia, con tante battaglie vinte, ora rischiamo di perdere la guerra

Siamo seguiti da migliaia di lettori. Facebook InfoPal ha 5000 “amici” e un altro migliaio di persone ci segue costantemente.

Studenti ci scrivono per avere informazioni e testi sulla Palestina. L’archivio del nostro sito, con quasi 25 mila articoli, è usato nelle ricerche scolastiche e accademiche.

Suscitiamo interesse anche fuori dall’Italia e altri traducono le nostre notizie in varie lingue.

Ebbene?, vi chiederete voi, cari lettori.

Ebbene questo è un lavoro ormai basato sul volontariato, perché non c’è nessuna comunità palestinese, né islamica né “laica”, che sia interessata a sostenerci, in modo da avere uno staff di redazione costante e non basato sulla buona volontà di italiani. Italiani, sì, perché non c’è neanche una seconda generazione palestinese o araba a darci una mano.

Possibile che l’informazione sulla Palestina interessi solo il mondo del volontariato italiano, degli studenti di buona volontà, e che i dirigenti palestinesi se ne freghino?

La Questione Palestinese, abbiamo visto lungo gli anni di lavoro all’agenzia, non fa fare carriera. La fa perdere, perché si crea il vuoto “del mondo” dei poteri mediatici, culturali e politici… Occuparsi di Palestina significa morire, com’è successo al caro Vittorio Arrigoni, martire a causa dei suoi incrollabili principi.

Tuttavia, paradossalmente, abbiamo visto tante “carriere” costruirsi dal niente. Esseri umani, anche mediocri, diventare “personaggi” alla ricerca continua di foto e visibilità, di potere, di posizione e altro ancora.

Abbiamo visto l’invidia, la gelosia per il nostro lavoro, e i conseguenti “colpi bassi”. Abbiamo visto i ricatti e le manipolazioni. Abbiamo visto l’indifferenza di leader e capi, come se l’obiettivo comune non fosse la Palestina e la sua liberazione, ma la loro propria carriera personale.

“C’è qualcosa di marcio in Palestina”. O meglio, nell’ambiente pro-Palestina.

La nostra agenzia chiuderà, se non verranno trovati i fondi per continuare un lavoro costante e professionale, come fu in passato. La responsabilità non è nostra, perché abbiamo tentato strenuamente, negli ultimi anni, di tenerla in piedi, appoggiandoci su tanti cari amici. Non capire che è anche sulla comunicazione, sull’informazione, che si base la “lotta” per la Palestina, è non aver capito nulla del mondo attuale. E, soprattutto, anteporre i propri interessi e obiettivi di carriera alla missione.

 

Angela Lano

Direttore responsabile InfoPal.it