Cessate il fuoco: il ruolo dell’Egitto e la promessa di Israele

Gaza – Ma’an, InfoPal. Lunedì, il deputato di Hamas, Younis al-Astal ha dichiarato che l’Egitto si è offerto di fornire carburante a Gaza, a condizione che il Movimento di resistenza islamico s’impegni ad un cessate il fuoco con Israele.

La Striscia di Gaza ha dovuto affrontare fino a 18 ore di blackout giornaliero da quando l’Egitto ha smesso di fornire carburante dalla rete di tunnel che attraversa la frontiera. Le autorità hanno dunque intavolato trattative affinché si arresti l’insostenibile carenza di energia elettrica.

Sabato sera l’unica centrale elettrica di Gaza ha dovuto sospendere la propria attività per la terza volta nel mese.
Le crisi energetiche si verificano in conseguenza degli attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza. Da venerdì ad oggi, 25 palestinesi sono stati uccisi mentre altri 80 sono rimasti feriti sotto i bombardamenti di Israele.

La resistenza palestinese di Gaza aveva risposto con il lancio di razzi nel meridione di Israele (Territori palestinesi occupati nel ’48, ndr), causando il ferimento di quattro Israeliani.

Parlando a un sit-in di protesta nella città di Gaza, al-Astal ha spiegato che il governo palestinese guidato da Hamas ha fatto presente ai delegati egiziani che “essendo stato Israele a dare il via alle violenze, spetterebbe allo stesso porvi fine”.

Una dichiarazione questa, che ha fatto eco alla posizione espressa dal leader di Hamas, Mahmoud Zahar, secondo la quale, “l’emergenza del cessate il fuoco sarebbe responsabilità del governo di Tel Aviv”.
“Hamas non ha agito per innescare la violenza. Al contrario, stiamo tentando, insieme alle altre fazioni e partiti, di formulare una tregua condizionata da presentare a Israele al fine di bloccare le aggressioni nell’immediato, nonché di garantirne l’impedimento nel futuro”, ha affermato Zahar, riferendosi all’uccisione, per mano israeliana, del comandante del Comitato di Resistenza Popolare venerdì.

Robert Serry, inviato delle Nazioni Unite che aveva contattato al-Astal per negoziare il cessate il fuoco, ha riferito la risposta ottenuta dall’autorità di Hamas: “Israele deve cessare le sue aggressioni”.
Il leader del Movimento Islamico, Ahmad Yousef, ha affermato che l’Onu e l’Unione Europea sono al lavoro per ristabilire la calma nell’enclave costiera.

Il Jihad Islamico e i Comitati di Resistenza popolare avevano dapprima dichiarato di non essere intenzionati ad accettare alcun cessate il fuoco con Israele, visto che quest’ultimo non accennava a fermare l’onda omicida contro i palestinesi.
Lunedì, a Gaza, alcuni esponenti del Jihad Islamico dichiaravano ai giornalisti: “Non accetteremo mai un cessate il fuoco stipulato da Israele, men che meno mentre le vite della nostra gente continuano ad essere spezzate senza ritegno”.

Il tentativo di mediazione egiziano sembra essersi incagliato su una richiesta avanzata dal jihad islamico, che prevederebbe la promessa israeliana di non segnalare i militanti palestinesi in modo da poterli colpire in futuro. Questa mattina giunge la notizia secondo cui il Jihad Islamico ha accolto la tregua con Israele, condizionata al suo rispetto integrale e, soprattutto, all’astensione, da parte israeliana, della politica degli assassinii mirati, contro i suoi leader.

A poche ore dalla tregua dichiarata, giungono dal governo israeliano affermazioni che gettano ombre sulla genuinità delle intenzioni israeliane a rispettare la calma.

Tra le condizioni poste nella tregua vi sarebbero l’impegno israeliano ad astenersi dagli assassinii politici, esecuzioni extragiudiziali contro i leader della resistenza palestinese.

Il ministro per la Difesa del Fronte Interno, Matan Vilnai, ha affermato: “Il ripristino della quiete potrà richiedere tempo prima di entrare propriamente in vigore. Le organizzazioni terroristiche palestinesi (la resistenza, ndr) sono ora prive di leadership e, probabilmente, anch’esse necessitano di tempo prima di riequipaggiarsi.

Il portavoce dell’esercito israeliano, Yoav Mordechai ha aggiunto: “L’esercito valuterà l’evolversi della situazione sul campo, e non può attenersi alle dichiarazioni che si susseguono alla stampa in queste ore. Restiamo in allerta e siamo pronti a respingere qualunque attacco palestinese”.