“Chiedere a uno studente arabo di interiorizzare l’hasbara è un modo per umiliarlo”

972mag.com. Di Henriette Chacar. (Da InvictaPalestina.org). Israele richiede a tutti gli studenti delle scuole superiori che vogliono andare all’estero in viaggi sponsorizzati dalla scuola di seguire un corso online che promuove idee di estrema destra e razziste  verso i Palestinesi. Una scuola araba nel nord di Israele ne ha avuto abbastanza.

Uno studente israeliano delle scuole superiori che voglia partecipare a un viaggio all’estero sponsorizzato dalla scuola, deve prima rispondere a una serie di domande. “In che modo le organizzazioni palestinesi usano i social media?” È una di queste. L’unica risposta corretta? “Incitando alla violenza”.

Il corso online e il test del Ministero dell’Istruzione pretendono di fornire agli studenti “strumenti e informazioni di base” su domande e problemi che potrebbero incontrare all’estero. Il politico di estrema destra Naftali Bennett ha reso obbligatorio il corso due anni fa, quando era Ministro dell’Educazione.

Il mese scorso, “The Masar Alternative School” di Nazareth ha sfidato la legittimità del corso. In una lettera indirizzata al ministero dell’Istruzione, la scuola ha sostenuto che il corso è umiliante nei confronti dei cittadini palestinesi di Israele e viola la legge sull’istruzione, che “richiede la considerazione dell’unicità della minoranza araba”.

Il corso, disponibile solo in ebraico ma con sottotitoli facoltativi in arabo, prevede una serie di brevi video che coprono 11 argomenti, seguito poi da un esame a scelta multipla, e possono essere completati in poche ore. Al termine, gli studenti ricevono un certificato valido per quattro anni.

“Gli studenti che hanno viaggiato  all’estero si sono sentiti rivolgere  domande  su quello che stava succedendo in Israele… Sono stati interrogati sul muro di separazione, sui confini del Paese. Non sapevano cosa dire “, ha spiegato un funzionario del ministero dell’Istruzione nel 2015, quando è stata  presentata una versione precedente del corso, che  all’epoca però non era obbligatorio.

Riflettendo sul pensiero centrale di hasbara, il corso si basa sulla convinzione che le persone di tutto il mondo criticano Israele non perché opprime milioni di Palestinesi, ma perché “non conoscono Israele”, Tal Brody, ex-star del basket americano-israeliano, dice in una delle esercitazioni.

Gli studenti hanno il compito di difendere l’immagine di Israele all’estero e viene loro detto che sono “giovani ambasciatori” che rappresentano lo Stato di Israele ogni volta che si trovano “fuori dai confini del Paese”, che lo vogliano o meno. I confini di Israele sono ancora in discussione e devono ancora essere riconosciuti ufficialmente, una realtà che è completamente ignorata durante il corso.

Un video spiega che “la chiave per l’hasbara è la tua storia personale”, con Naftali Bennett che incoraggia gli studenti a parlare di ciò che intendono fare nell’esercito. “Oh, sì, in Israele, ogni adolescente, maschio e femmina, deve arruolarsi nell’esercito”, continua, cancellando efficacemente i cittadini palestinesi di Israele, che non sono considerati e che sono visti dalle autorità statali come potenziali rischi per la sicurezza.

Affermando che la democrazia israeliana è unica, Bennett dice agli studenti che “gli Arabi hanno piena eguaglianza in Israele”. Non una sola volta si riferisce agli 1,8 milioni di Palestinesi in Israele come “Palestinesi”.

Dopo aver detto agli studenti che Israele è “circondato da circa un miliardo di Arabi e Musulmani” che, dice, “non vogliono che questo piccolo Paese sopravviva”, Bennett spiega che gli Ebrei hanno un diritto esclusivo su quella terra.

Il ministro dell’Istruzione israeliano uscente Naftali Bennett parla con il nuovo Ministro dell’Istruzione MK Rafi Peretz, Gerusalemme, 26 giugno 2019. (Yonatan Sindel / Flash90)

“Presentano l’altro – vale a dire l’Arabo, il Palestinese, il Musulmano – come fonte di terrore o pericolo”, spiega Nareman Shehadeh-Zoabi, un avvocato di Adalah, il Centro legale per i Diritti delle Minoranze Arabe, che ha inviato la lettera per conto della scuola. “Chiedere a uno studente arabo di interiorizzare queste affermazioni su se stesso è un modo per umiliarlo”.

Altrove nel corso, agli studenti viene detto che “quando il popolo di Israele arrivò qui, c’era  solo una terra desolata”.

Mostrando l’immagine di un bambino  che sta per lanciare un sasso contro un carro armato, un rappresentante del ministero degli Esteri dice agli adolescenti: “il carro armato si sta difendendo, giusto? Siamo le forze di difesa israeliane. E’ il bambino l’assalitore. Il problema è che in tutto il mondo la maggior parte delle persone che guardano la foto considerano quelli nel carro armato come gli aggressori”. Aggiunge:” La gente potrebbe ancora imbattersi in questa immagine  nelle notizie, ma se è in grado  associare Israele ad altro,è possibile sfocare un po’ questa immagine”.

Una domanda  chiede agli studenti di controllare da una lista di cinque opzioni cosa hanno in comune l’hasbara e uscire con un/a ragazzo/a. Tra le possibili risposte ci sono “parlare di difetti” e “discutere dei fallimenti”. Le risposte corrette sono: “non”  subissare di chiacchiere qualcuno, “ascoltare” e “potenziare gli aspetti positivi”.

In una domanda sulle origini dell’antisemitismo moderno, una delle tre risposte corrette è “organizzazioni musulmane radicali e il movimento BDS”.

Un rappresentante del ministero dell’Istruzione di Israele descrive come l’immigrazione musulmana in Europa abbia portato ad un aumento dell’antisemitismo  durante il corso online obbligatorio per tutti gli studenti israeliani delle scuole superiori che viaggiano all’estero in viaggi sponsorizzati dalla scuola.

Il ministero dell’Istruzione israeliano non ha risposto alle domande di +972 riguardo al suo programma di hasbara, ma in una pagina di domande e risposte sul corso, il Ministero nega che questo contenga messaggi politici. “L’unico messaggio che il corso promuove è che sei stato selezionato per rappresentare lo Stato di Israele e di essere te stesso”.

Ossama Libbiss ha un figlio che è attualmente uno studente della scuola Masar e altri due laureati. Libbiss dice che è stato uno dei primi genitori a conoscere il programma quando suo figlio Sim’an un giorno tornò a casa da scuola frustrato e gli parlò di questo corso. Dopo aver capito di cosa si trattava, Libbiss contattò  la direzione della scuola.

Imparò rapidamente che durante il primo anno del corso, svolto settimane prima del viaggio scolastico, docenti e genitori non erano a conoscenza del suo contenuto e che gli studenti avevano risposto in base a ciò che pensavano che le autorità educative israeliane  avrebbero voluto sentire.

“Volevano solo fare il viaggio”, spiegò Libbiss.

Negli ultimi nove anni, circa 25 studenti della scuola , di solito del 10° grado, hanno partecipato a uno scambio culturale annuale, precedentemente in Germania e ora in Svezia.

Quest’anno gli studenti sapevano che il corso era in programma, e non volevano seguirlo. C’è stata una discussione che  ha coinvolto la comunità scolastica,  la quale ha deciso all’unanimità di respingere quella che ha definito una campagna di indottrinamento sponsorizzata dallo Stato, ha detto Libbiss.

“Nella nostra scuola, non esiste una sola verità. Anche Dio è disponibile al dibattito”, ha spiegato Libbiss. “Non solo ci siamo rifiutati di far seguire il corso ai nostri figli, ma abbiamo deciso di organizzare il viaggio in un modo diverso”, ha continuato. Per evitare le restrizioni dello Stato, per la prima volta il viaggio sarà organizzato come iniziativa privata al di fuori del programma scolastico, durante la pausa estiva.

Per il direttore di Masar, Ibrahim Abu Elhaiga, le obiezioni al corso non sono solo morali – sono anche educative e socio-politiche. Il corso non promuove solo ideali razzisti, ma contraddice totalmente anche la ragion d’essere della scuola, ha detto.

Parte della visione della scuola è che la comunità intorno ad essa agisce come agente per il cambiamento sociale, ha spiegato Abu Elhaiga. “Se vogliamo proporre questo principio, allora dobbiamo agire anche su questo. Non possiamo seppellire la testa nella sabbia”.

Per  Abu Elhaiga tuttavia, il fatto che il viaggio non sia più guidato dalla scuola è un prezzo molto alto da pagare perché ritiene che ciò pregiudichi il valore educativo del programma. Per lui, come per molti nella comunità di Masar, far sì che il ministero dell’Istruzione smetta di far seguire agli studenti il ​​corso è la strada da seguire. “Lasciare che questo accada è chiudere un occhio su qualcosa di immorale”, ha dichiarato.

(Foto di copertina illustrativa di studenti arabi. Miriam Alster / Flash90).

Traduzione per Invictapalestina.org di Grazia Parolari.