PIC. Questo martedì, l’ufficio informazioni dei prigionieri palestinesi ha annunciato che il numero di prigionieri positivi al coronavirus nella prigione israeliana di Gilboa ha raggiunto gli 81 casi, e che la percentuale è destinata a crescere nelle successive ore e giorni.
L’ufficio ha fatto sapere che il Servizio carcerario israeliano (IPS) ha chiuso la prigione e ha cancellato tutte le visite, dopo aver scoperto 70 nuovi casi positivi su 79 tamponi effettuati.
Secondo quanto rivelato dall’ufficio informazioni, l’IPS trasferirà i detenuti non infetti dalla prigione di Gilboa ad un’altra prigione, per un periodo di circa 14 giorni.
I 68 prigionieri positivi al Covid-19 fanno parte della sezione 3, mentre gli altri due fanno parte della sezione 1.
L’autorità per gli affari dei prigionieri e degli ex-prigionieri ha riferito, questo lunedì, che un leader di Hamas, Abbas Al-Sayed, è stato trovato positivo al Coronavirus.
Al-Sayed è un militare e leader politico, uno dei più importanti leader politici del Movimento per la resistenza islamica, e uno tra i più importanti simboli del Movimento prigioniero palestinese.
In una dichiarazione stampa, le autorità hanno affermato che i prigionieri nelle carceri di Gilboa, Ramon e Nafha avvieranno delle misure contro l’IPS, a seguito della diffusione del coronavirus nella sezione 3 della prigione.
L’autorità ha inoltre aggiunto che l’IPS è stata volutamente negligente e incurante della salute dei prigionieri sin dall’inizio dell’epidemia.
Nelle carceri di Gilboa sono detenute 360 persone in quattro diverse sezioni, e nella sezione 3 si contano 90 prigionieri.
L’ufficio informazione ha affermato che nella prigione d’occupazione si respira un clima di forte rabbia, in conseguenza alle negligenze dell’IPS nell’adottare misure per proteggere i prigionieri dal Covid-19.
Anche i trasferimenti dei prigionieri sono motivo di forte preoccupazione, in quanto possibile fonte di nuovi contagi. L’ultimo trasferimento è avvenuto mercoledì scorso, quando l’IPS ha preso d’assalto Gilboa ed ha spostato diversi prigionieri in altre prigioni.
I detenuti chiedono di essere sottoposti tutti al tampone e che la qualità ed il livello dei servizi sanitari nelle cliniche delle prigioni venga migliorato.
I prigionieri palestinesi vivono in condizioni detentive difficili, in luoghi privi dei requisiti igienico-sanitari minimi e senza menzionare il grande problema del sovraffollamento.
Fin dall’inizio della pandemia, le autorità di occupazione hanno violato i diritti dei prigionieri, ad esempio ritirando 140 articoli venduti all’interno della mensa delle prigioni, inclusi detergenti e sterilizzatori. In conclusione, mancando le misure preventive anti-Covid, la diffusione del virus tra i prigionieri è in aumento.
Traduzione per InfoPal di Sara Origgio